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La Buona Scuola: ricominciamo a discuterne

La Buona Scuola: ricominciamo a discuterne

di L. Benadusi, V. Campione, A. Viteritti

Il percorso parlamentare della Buona Scuola si è concluso con l’approvazione di una legge che contiene la decisione di un significativo numero di assunzioni (oltre 100mila), accompagnate da alcune novità che vedremo all’opera (il digitale, l’alternanza scuola-lavoro, l’edilizia, etc.), da primi investimenti, e da criteri di delega al governo che nei prossimi mesi dovranno tradursi in decreti delegati da cui dovrebbe uscire un ridisegno degli ordinamenti attuali.

Su Learning4 abbiamo dato spazio a una discussione che si è svolta in due fasi, prima sul documento proposto alla consultazione dal ministro e poi sul d.d.l. presentato alle camere. Il nostro dibattito ci sembra sia stato contraddistinto da una minore rissosità di quella emersa nel dibattito politico e pubblico, abbiamo cercato di non fermarci ai luoghi comuni della rete e del circuito mediatico che in genere si alimentano di dichiarazioni contrapposte e polarizzate. Certo anche nel nostro caso non sono mancate posizioni critiche, e anche impietose, nei confronti della proposta del governo, ma senza apriorismi e sentenze ideologiche astratte.

 Ora il momento è quello di aprire una terza fase di dibattito per fare un passo più netto in direzione dell’approfondimento e della valutazione delle prospettive che, dopo l’approvazione della legge, paiono aprirsi per la scuola italiana. A partire dalle prime settimane di settembre su Learning4 vogliamo ospitare valutazioni (generali e specifiche), proposte per i decreti delegati, esperienze. Gli elementi che noi suggeriamo (e su cui interverremo come direzione e anche a titolo personale) si riferiscono al rapporto con l’innovazione – didattica, di governance, ordinamentale – e al superamento del carattere burocratico, centralistico e ancora per certi versi arcaico della scuola italiana.

 È forse la prima volta (almeno in materia di istruzione) che un intervento legislativo di ampia dimensione non si presenta come un corpus organico costruito per “prendere il posto” della riforma Gentile. Sono assemblati elementi eterogenei che hanno forse come unico comune denominatore solo il ritardo accumulato in ognuno di questi ambiti. Naturalmente questo modo di legiferare, così anomalo nel quadro italiano, presta il fianco a molte critiche ed ha delle controindicazioni. Lasciando all’apparenza ancora immutato l’impianto generale, potrebbe creare una situazione nella quale la diversa resistenza di specifici aspetti della Cattiva Scuola (se esiste la Buona ci sarà anche la Cattiva!) finisca per creare un patchwork disadorno e poco leggibile con il rischio, parafrasando la legge di Gresham, che quella cattiva scacci quella buona. Resta da vedere se la Buona Scuola sia la cornice o un quadro ancora non compiuto, l’inizio di un mosaico (tema caro a Luigi Berlinguer) o una scomposta forma astratta che non troverà un suo compimento lineare. Siamo certamente osservatori e partecipi di un mondo delle policy dove quelli che erano piani si fanno menù, dove quelli che erano disegni si fanno abbozzi, staremo a vedere, a osservare e anche a interpretare, se sarà il caso di cambiare la cornice, di correggere il menù o se la forma del disegno incompiuto e astratto sia il nuovo piano in cui agire per continuare a costruire il disegno nel mentre lo osserviamo.

Un primo suggerimento per il dibattito che ci piacerebbe ospitare è quello di dialogare con l’insieme del provvedimento (eventualmente anche per metterlo in questione) ma anche con le molte sue parti. Facciamo degli esempi: da una parte la complementarietà fra il rafforzamento dei poteri del dirigente di istituto e dall’altra l’altrettanto necessario riposizionamento del ruolo sociale, culturale e politico degli organi collegiali che attende di essere realizzato con un decreto delegato di riforma indirizzato ad attribuire loro maggiore efficacia e incisività senza farne venir meno la legittimità democratica.

Il secondo, e principale, suggerimento è quello di misurarsi sulla traiettoria che vedrà le traduzioni in pratiche delle indicazioni formulate nella legge. Quando si comincerà a vedere, lo auspichiamo sebbene non possiamo esserne certi, che non ci sono sceriffi (anche perché non ci sono delinquenti!) ma coordinatori di progetti da definire e realizzare, quando cominceranno ad essere attive connessioni capaci di supportare una didattica più connessa con il digitale, quando l’alternanza scuola/lavoro diventerà una pratica didattica integrata, più stabile e consueta e non una visita guidata in qualche azienda, quando molte di queste cose saranno in modo più diffuso sul territorio di tutte le regioni esperienza concreta, la discussione, forse, sarà più utile.

Vi invitiamo dunque ad intervenire in questo dibattito esprimendo attraverso un articolo di risposta le vostre opinioni e suggerimenti in merito ai temi di discussione. Gli articoli possono essere inviati a learning4blog@gmail.com e segreteria@scuolademocratica. it

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