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“Innovare l’istruzione tecnica secondaria e terziaria” Treelle e Rocca

SEGNALAZIONE: “Innovare l’istruzione tecnica secondaria e terziaria” Treelle e Rocca

“Ricostituire il patrimonio di reputazione” dell’istruzione tecnica era tra gli obiettivi della Commissione di studio per il riordino degli istituti tecnici istituita nel 2007. A conclusione del primo quinquennio di attuazione del riordino, è evidente che si tratta di un obiettivo mancato. Se con il 2010 la curva discendente delle iscrizioni e dei diplomi si è fermata, le novità introdotte non hanno consentito di recuperare il terreno perduto. Comincia dai numeri che lo dimostrano , il quaderno “Innovare l’istruzione tecnica secondaria e terziaria”1presentato dalle Fondazioni Treelle e Rocca in un recente convegno con lo stesso titolo. Se all’inizio degli anni ’90 l’istruzione tecnica era l’indirizzo di studio più richiesto, con il 45,5% del totale iscritti alla secondaria superiore , nel 2014-15 gli iscritti sono solo il 31,7%. Una perdita andata in gran parte a vantaggio dell’istruzione liceale – nel frattempo articolatasi in fin troppi indirizzi – dove nello stesso periodo gli iscritti sono aumentati dal 35,6% al 47,9% ( mentre l’istruzione professionale è rimasta pressoché stabile ). Precipitoso, dunque, anche il calo dei diplomati tecnici – solo 156.071 nel 2014 – che risente oltre che della diminuzione degli iscritti anche di tassi che restano piuttosto alti di dispersione e abbandoni . Di questi diplomati solo il 56% circa – gli altri vanno all’università, non pochi però la abbandoneranno al primo e secondo anno – si presenta annualmente sul mercato del lavoro.

Quali sono le ragioni di un declino così vistoso ? Tra le analisi di quanti insistono a tuonare contro una cultura sociale viziata dalla tradizione gentiliana ( che indubbiamente c’è, e si rivela nell’orientamento scolastico, ma che c’era anche nel 1990 quando i tecnici erano sulla cresta dell’onda ), e quelle di chi sottolinea piuttosto le difficoltà occupazionali ( a un anno dal diploma, secondo Almalaurea, tra i diplomati tecnici non iscritti all’università solo la metà ha trovato un’occupazione, il 48,2% è alla ricerca di un lavoro, meno di 1 occupato su 6 ha un lavoro stabile, e i salari sono solitamente tutt’altro che attraenti ), le Fondazioni Treelle e Rocca preferiscono mettere al centro altri temi. In particolare una profonda perdita di identità culturale ed educativa dell’istruzione tecnica, e una governance degli istituti che non ha più le caratteristiche ( funzionali e identitarie insieme ) che aveva prima dei decreti delegati, e prima che a dirigerli potessero essere anche dei dirigenti con formazione ed esperienze professionali lontanissime dalle caratteristiche del comparto. La proposta è quindi che ai vertici di governo delle scuole ci sia non un consiglio di istituto ma un vero e proprio consiglio di amministrazione, che la dirigenza venga affidata solo a competenti nelle discipline tecniche, che l’ autonomia gestionale venga rafforzata da uno statuto speciale per il comparto. Si sottolinea inoltre l’esigenza di incremento della quota di autonomia curricolare, dell’introduzione e dell’attuazione di opzioni flessibili per gli studenti, dello sviluppo di Poli tecnico professionali per la messa in comune delle risorse. E ovviamente – perché è anche questa mancanza a indebolire l’identità dell’istruzione tecnica secondaria – lo sviluppo, come in altri paesi europei, di una formazione tecnica di livello terziario non accademico. Nel maggio 2015, i 197 corsi ITS attivati nel paese sono frequentati da 3.822 studenti, un numero a dir poco modesto.

A queste e ad altre proposte lo studio arriva attraverso focus group con dirigenti scolastici principalmente del settore tecnologico dell’istruzione tecnica e imprenditori, che hanno evidenziato tra le criticità più importanti del riordino:

  • la perdita, rispetto alle sperimentazioni precedenti, di due indirizzi importanti, il chimico-biologico e lo scientifico-tecnologico ( transitato all’istruzione liceale )

  • la sovrapposizione, in alcuni casi, tra indirizzi tecnici e indirizzi professionali

  • la riduzione drastica, connessa all’accorciamento dell’orario settimanale, dei tempi per le attività di apprendimento laboratoriale

  • l’illogicità di una scelta di indirizzo che deve essere fatta fin dalla prima classe, quando l’età degli studenti è inappropriata a farla in modo consapevole e definitivo, e in presenza di indirizzi e loro varianti entro cui è difficile orientarsi ( meglio sarebbe un biennio “unico” )

  • le difficoltà di attuazione dell’insegnamento “complementi di matematica”

  • i limiti di professionalità dei docenti in ordine alla didattica per competenze e alla comprensione dell’importanza dei Dipartimenti, e l’assenza di interventi di formazione e di supporto all’innovazione

  • i vincoli all’attuazione della flessibilità organizzativo-didattica determinati dalle normative e dalla struttura delle cattedre

  • le difficoltà di coinvolgimento delle aziende nei Comitati tecnico-scientifici e nell’alternanza studio-lavoro.

Criticità, riferite a complessità talora presenti non solo nell’istruzione tecnica, su cui il testo torna più volte, anche con ipotesi di lavoro specifiche ( come nel caso dell’alternanza studio-lavoro, con la proposta di un piano operativo nazionale ). Nel complesso,un testo interessante e utile per fare il punto della situazione. Anche se, tra le previsioni sulle intenzioni occupazionali delle imprese fornite da Excelsior, le analisi CEDEFOP sui fabbisogni di professionalità di qui al 2020,l’ andamento effettivo del mercato del lavoro e delle opportunità occupazionali per i diplomati tecnici, le precisazioni sulle preferenze delle imprese in merito ai diplomati sì, ma a condizione di essere forniti di adeguata “esperienza lavorativa”, alla fine può risultare non del tutto chiaro se il basso numero di diplomati tecnici di questi anni sia davvero un guaio, per lo sviluppo del paese, o se invece si configuri come una sorta di spontaneo adattamento della domanda dei giovani e delle famiglie a “declini” e “criticità” di tutt’altro tipo, che riguardano le caratteristiche e le strategie economiche e produttive del contesto.

La pubblicazione segnalata è a cura di Allulli, Dordit, De Toni e Oliva.

La segnalazione è stata curata da Fiorella Farinelli  (Esperta di sistemi scolastici e formativi)

1 Treelle- Fondazione Rocca. Innovare l’istruzione tecnica secondaria e terziaria. Per un sistema che connetta scuola, università e imprese. Il convegno dallo stesso titolo si è tenuto il 18 novembre 2014 a Milano .

Per accedere al video integrale del convegno cliccare QUI

Scuola democratica
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