SEGNALAZIONE FLASH: “Cultura l’alternativa alla crisi per una nuova idea di progresso” 10° Rapporto Annuale di Federculture
da Gavino Mariani (ex professore di Liceo artistico statale)
“Cultura l’alternativa alla crisi per una nuova idea di progresso” , è il titolo suggestivo per il 10° Rapporto Annuale sulla cultura presentato a Roma il 26 giugno.
Link ai documenti: http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_78517838.html
Il rapporto ci consegna, in modo non inatteso, un quadro a tinte fosche: anche nel 2013 crollano consumi e investimenti. Notizia che, in un paese a cui piace vantare un primato mondiale sul fronte dei beni artistici e culturali, purtroppo non appare più paradossale.
Tra gli elementi che il rapporto pone all’attenzione, almeno due colpiscono rispetto ai collegamenti col sistema formativo.
Il primo. “Rilanciare il sistema educativo e formativo per ampliare l’accesso alla conoscenza e all’espressione artistica delle giovani generazioni. Va portata avanti l’impegno assunto dal governo per ripristinare l’insegnamento della storia dell’arte, della geografia e della musica nelle scuole superiori. Contemporaneamente si rende necessaria una riforma dell’Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM) che punti al riconoscimento del titolo universitario e ad un più stretto raccordo con il mondo della produzione. In questa direzione è fondamentale l’azione congiunta di Mibact e Miur per avvicinare formazione e offerta, dando ai giovani un ruolo attivo nel lavoro e nell’economia. Siamo tra gli ultimi Paesi in Europa per spesa pubblica nell’istruzione, 4,2% del pil a fronte di una media Ue del 5,3%. Il nostro tasso di giovani che abbandonano prematuramente gli studi, 17,6%, è, invece, tra i più alti d’Europa in cui il tasso medio è del 12,8%. Siamo ancora deboli anche nell’istruzione superiore: il 21,7% dei 30- 34enni ha conseguito un titolo di studio universitario (o equivalente). Nonostante un incremento di 6 punti percentuali nel periodo 2004-2012, la quota è ancora molto contenuta rispetto all’obiettivo del 40% fissato daEuropa 2020. D’altronde continuano a diminuire le immatricolazioni: 68.000 iscritti in meno nell’anno accademico 2013-2014 rispetto a dieci anni fa. ” estratto da http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1403786012199_Nota_stampa_Rapporto_Federculture_2014.pdf
Come dire: avremo anche la maggiore quantità di beni artistici, ma la maggior parte della popolazione non sa di averla, non sa dov’è, non sa capirla. E peggio ancora non sa e non è messa nelle condizioni di produrne ancora.
Il secondo: “GIOVANI E LAVORO. E’ fondamentale coinvolgere i giovani professionisti della cultura in un programma volto a favorire progetti di valorizzazione per rendere fruibili e vitali luoghi altrimenti destinati all’oblio. La cultura può diventare un bacino di nuova e qualificata occupazione, tramite la nascita di imprese culturali e creative. ” estratto da http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1403785861396_PROPOSTE_FEDERCULTUREI_RA_2014_-_def_C_-.pdf
Come dire: possiamo anche formare le nuove generazioni a conoscere ed amare arte e cultura, a essere capaci ed entusiasti di raccontarla e di produrne di nuova. Ma se non costruiamo un sistema abbastanza capace creare ponti dalla formazione al lavoro, allora perpetueremo l’idea che chi esce da percorsi formativi nel campo dell’arte e della cultura si ritrova poi sbandato e disorientato, con tante idee e conoscenze forse suggestive ma ironicamente “senza arte né parte” nel mondo del lavoro. E per un corso di studi, come noto, non c’è pubblicità peggiore che l’immagine da “sfigato” di chi li porta a termine con successo ma si ritrova con poche speranze di reddito.