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“A scuola di enigmistica – Un anno di giochi tra i banchi della 5° a”

“A SCUOLA DI ENIGMISTICA – UN ANNO DI GIOCHI TRA I BANCHI DELLA 5° A” di Angelo Petrosino con Marino Cassini

Recensione a cura di Paola Benadusi Marzocca (esperta di editoria per bambini e ragazzi)

Rendere l’apprendimento leggero, creare interesse senza annoiare. Questa è la grande sfida che dovrebbe affrontare la scuola dal ciclo delle elementari alle medie e oltre. Non di rado infatti i ragazzi sono assaliti durante le ore di lezione da svogliatezza e disattenzione ed è comprensibile considerando l’impostazione un po’ antiquata delle nostre scuole. Ma come può lo studio di una qualsiasi materia diventare appassionante? Come riuscire a coinvolgere a tal punto l’alunno da distrarlo dalle incombenze quotidiane per aprirgli dimensioni nuove, orizzonti sconosciuti? La comprensione delle nozioni concrete per addentrarsi in qualsiasi campo della conoscenza richiedono impegno e volontà oltre che intelligenza, requisiti che non tutti possiedono. E’ facile ritornando agli anni della scuola ricordare momenti di tedio, fastidio, smemorataggine. “Il periodo della disciplina è sempre una lunga, chiusa stagione”, scriveva Rainer Maria Rilke parlando di se stesso.

Più di un secolo è passato ma il problema resta sempre lo stesso e oggi più che mai considerando i molteplici elementi di disturbo e la presenza a volte inquietante e priva di controllo dei media.

A SCUOLA DI ENIGMISTICA – UN ANNO DI GIOCHI TRA I BANCHI DELLA 5° A di Angelo Petrosino con Marino Cassini (Il Battello a Vapore, Piemme, pp.172, € 13,50) è un invito a sbloccare questo contraddittorio stato d’animo tenendo presente il desiderio di sapere proprio della natura umana fortemente intrecciato alla realtà che ci circonda e forse a volte impedito da possibili sensi di colpa frustranti quanto poco costruttivi.

Angelo Petrosino per molti anni è stato un maestro di scuola elementare quindi conosce bene gli ingranaggi della scuola pubblica e i suoi limiti, quanto i mutevoli stati d’animo degli alunni all’interno delle aule scolastiche. Per quanto sembri un’impresa fantasmagorica si può imparare in maniera divertente e creativa. Ma qual’è il segreto per coinvolgere i ragazzini più recalcitranti? Forse giocare con le parole cominciando proprio dalla settimana enigmistica. Dà soddisfazione risolvere indovinelli e rebus. E che dire di un lipogramma, un gioco appassionante per chi impara a farlo: “scrivere una storia senza adoperare mai una vocale, a scelta. Le parole stregavano il piccolo Marino: volevano essere aggredite, accarezzate, vezzeggiate. Da “corta” poteva passare a “torta”, a “porta”, a “sorta” cambiando la lettera iniziale…Gli altri giocavano a pallone con i piedi, lui giocava con la testa e con le parole.”

Petrosino guida così i ragazzi a scoprire i misteri del linguaggio con crittogrammi, sciarade, anagrammi, giochi di pensiero come il “Dialogo fra Tristezza e Allegria” inventato durante l’intervallo di una giornata piovosa o composizioni come la fiaba di “Cappuccetto Rosso” in rime poiché dalle fiabe si imparano sempre tante cose, “pensieri nascosti che non vengono detti da chi le racconta.” Insomma un testo che educa alla logica, che invita a imparare stimolando capacità creative ed artistiche.

Scuola democratica
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