Andare avanti, guardando indietro!
di Giancarlo Cavinato e Lanfranco Genito (MCE Movimento di Cooperazione Educativa)
La scuola italiana, recentemente, sembra rispecchiare sempre più i limiti e la crisi della fase politico-culturale che stiamo attraversando, perdendo quasi di vista la sua stessa funzione sociale. I docenti oscillano tra innovazione ed adattamento, laddove l’innovazione, spesso, si identifica con l’uso di tecnologia più moderna in una buona scuola non cambiando la sostanza del rapporto educativo e finendo col rappresentare, così, solo una verniciatura di facciata: cambiare per non cambiare, di gattopardesca memoria.
Il MCE (Movimento di Cooperazione Educativa1) individua invece, la necessità di proseguire lungo una direzione già tracciata da tempo, con una prospettiva di contribuire ad una scuola e alla formazione del cittadino del III millennio attraverso la pedagogia popolare ed una didattica che trae origine dalla impostazione di Celestin Freinet, con riferimento ad una Rete Internazionale (la FIMEM) diffusa in tutti i continenti.
Trae inoltre forza e sostegno anche dai riferimenti pedagogici che hanno contribuito al rinnovamento della scuola italiana dal secondo dopoguerra:la scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani, il sistema dei laboratori di Francesco De Bartolomeis, la pedagogia della diversità di Andrea Canevaro, l‘educazione come pratica della libertà di Paulo Freire, la grammatica della fantasia di Gianni Rodari, la maieutica e l’empowerment di Danilo Dolci, il non è mai troppo tardi di Alberto Manzi, etc
E poi la propria pratica didattica si arricchisce dalle ricerche e studi che, negli ultimi decenni, si sono sviluppati in campo psicologico e pedagogico: la teoria delle intelligenze multiple di H. Gardner sulla natura e le caratteristiche della mente umana, la “pèdagogie diffèrencièe” basata sull’impiego di una molteplicità di metodi in funzione delle differenze esistenti tra gli allievi, l’apprendimento attraverso la costruzione di mappe concettuali secondo gli studi di J. Novak, il costruttivismo sociale, l’apprendimento significativo di Ausubel, e il portato delle neuroscienze.
Il MCE si è posto e si pone tuttora l’obiettivo di tutelare, difendere, salvaguardare la cultura del bambino, l’identità, la memoria, attraverso la storia personale, la funzione dell’immaginario nel processo educativo, l’educazione corporea, l’oralità, la narrazione, la scrittura di sé, degli altri, del mondo, le tecniche della fantasia, il rapporto fra emozione e conoscenza. Il MCE è stato questo ed altro, basti ricordare l’educazione alla pace ed alla mondialità, l’intercultura, il gioco e lavoro, la metafora, la storia orale, e ognuno potrebbe, ripercorrendo la propria storia professionale, accentuarne di più un aspetto o un altro.
Il MCE è il prodotto, quindi, di un’identità composita, ‘meticcia’, migrante; non si è mai pensato “solo” nell’opera educativa e politica che ha perseguito e, coerentemente con il vecchio proverbio africano “per educare un bambino ci vuole un intero villaggio”, ha cercato e cerca tutt’ora, con il suo “errare”, il dialogo e l’interlocuzione con tutti, nella convinzione che la cultura e l’educazione sono, come l’acqua, beni di tutti. Con questa convinzione, collabora con altre associazioni professionali in un’opera di mutuo scambio e arricchimento e di valorizzazione dell’educazione pubblica, consapevole che, quante più voci e interpretazioni è possibile incontrare lungo il cammino, maggiore e migliore sarà l’apporto di conoscenza, riflessione e arricchimento nella prospettiva di una lettura offerta anche alle nuove generazioni di insegnanti che adesso si affacciano alla didattica.
La metafora Andare avanti, guardando indietro!, presa in prestito dal rugby2, ben si adatta a quanto si prefigge il MCE con l’iniziativa di un Tour pedagogico politico dallo stimolante titolo “Un’altra scuola è possibile: cooperativa, laica, democratica, pubblica, inclusiva”, che ha l’intento di far avanzare una sottile striscia di futuro dentro l’oscuro presente che occupa ogni tempo3.
Un’altra scuola è possibile, ed è quella che il MCE con un insieme variopinto di insegnanti, pedagogisti, associazioni, enti, singoli operatori della formazione, operando cooperativamente, vuole contribuire a realizzare, condividendo con molti osservatori l’analisi dei danni profondi indotti dal neoliberismo anche sui sistemi educativi.
Il Tour politico pedagogico, iniziato a Napoli a Città della Scienza a fine ottobre nei 3 giorni per la Scuola, proseguito a Firenze a dicembre all’Assemblea Nazionale del MCE, farà tappa in diverse realtà territoriali con una serie di incontri, da tenersi fino a maggio in varie città italiane, ove prospettare esigenze, difficoltà, progettualità delle scuole, confrontandosi con le realtà scolastiche e dei territori.
La finalità è quella di condividere i valori della cooperazione educativa, di ricordare i “maestri” dei maestri, di raccogliere narrazioni ed esperienze di quelle buone pratiche che fanno della Scuola il primo presidio di democrazia reale e di confrontarsi sulle prospettive, difficoltà e progettualità.
Un viaggio nelle storie delle nostre scuole, per far emergere esperienze emblematiche, per raccogliere esempi; l’intento è riprenderci e rilanciare il filo di un racconto interrotto, senza il quale nessuna scuola è possibile.
Bari, Cagliari, Chieti, Genova, Mestre, Modena, Napoli, Padova, Palermo, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Roma, Udine, Verona, sono alcune tappe già programmate nelle quali sono previsti incontri con tante significative esperienze tra le quali si prevedono
a Bologna il Centro Alberto Manzi
a Drizzona (CR) la Casa delle Arti e del Gioco (fondata da Mario Lodi)
ad Amelia (TR) la Casa laboratorio Cenci
a Firenze la Fondazione Don Milani
a Genova la Comunità S. Benedetto al Porto
ad Omegna (VB) il Parco della Fantasia “Gianni Rodari”
a Partinico (PA) il Centro Sviluppo Creativo Danilo Dolci
a Reggio Emilia il Centro Malaguzzi
ed altri ancora che man mano verranno contattati
Il Tour è un work in progress e come tale si sta arricchendo e si arricchirà man mano di ulteriori tappe, con iniziative varie, laddove ce ne sarà la necessità o la richiesta.
Alla fine di maggio l’ultima tappa sarà a Barbiana4 luogo simbolo in Italia per chi vuole, lavora e lotta per una scuola ed una didattica inclusiva.
1 Il MCE è un’associazione di insegnanti e operatori della formazione che si ispira alla pedagogia popolare di Celestin Freinet sito web http://www.mce-fimem.it Tra i tanti insegnanti “cooperativi” si ricordano Albino Bernardini, Bruno Ciari, Nora Giacobini, Mario Lodi, Giuseppe Tamagnini, Margherita Zoebeli, etc…
2 Andare avanti guardando indietro è il titolo di un libro scritto a 4 mani dai fratelli Marco e Mirco Bergamasco, giocatori di rugby, che hanno onorato anche la maglia della nazionale
3 Christa Wolf – Kassandra
4 Barbiana, nel comune di Vicchio (FI) è stata sede, a metà del XX secolo, di una delle più interessanti esperienze di scuola cooperativa, laica, democratica, pubblica, inclusiva; condotta da Don Lorenzo Milani (morto nel 1967); la “Scuola di Barbiana” aveva espresso la sua “filosofia” fondamentalmente nel libro collettivo Lettera ad una Professoressa ed. LEF, Firenze