Educazione civica a scuola ed il ruolo dei counsellor: l’esperienza della rete TanteTinte di Verona
di Cinzia Maggi*
[l’articolo che segue risponde alla chiamata al DIBATTITO EDUCAZIONE CIVICA ORA. Per vedere l’articolo di avvio del dibattito clicca QUI]
A partire dal prossimo anno scolastico, 2020/2021 ritornerà tra le lezioni obbligatorie l’Educazione Civica, insegnamento trasversale attivato nella scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado.
Alunne e alunni saranno formati su educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio, tenendo conto degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile. Parlando di sviluppo integrale sostenibile (economico, ambientale ed UMANO) rientreranno in questo asse anche l’educazione alla salute (intesa non solo come assenza di malattia ma come stato di completo benessere fisico, sociale e mentale), la tutela dei beni comuni, principi di protezione civile, lotta alle disuguaglianze, protezione sociale, migrazione, pace e giustizia, sostegno all’inclusione: questa sostenibilità entrerà da settembre negli obiettivi di apprendimento”.
Nel largo contenitore dell’Educazione Civica rientrano temi come la Costituzione, lo sviluppo sostenibile, la legislatura, la democrazia, la cittadinanza digitale che diventano materia di insegnamento con un voto dedicato. Sarà sicuramente un’ora importante per lo sviluppo degli alunni e della loro vita. Da sempre si parla di educazione, basti pensare che lo stesso metodo Montessori promuove “L’educazione come un aiuto alla vita” in quanto assume un ruolo principale all’interno dell’intero percorso di vita, inteso come processo continuo e punto cardine attorno cui si sviluppa tutta l’esperienza umana, dando una mano alla felicità propria e di tutti.
Tra le principali finalità di una Educazione Civica c’è l’educazione alla cittadinanza attiva democratica che può essere tradotta a livello pratico nella cura delle personalità individuali, dello spirito del dialogo, del senso dell’uguaglianza, dell’apertura verso le differenze, dell’essere maggioranza e minoranza.
Questo è un traguardo ambito, frutto di una maturazione personale legata a esperienze e pratiche di vita e non solo a conoscenza di norme, regole, Leggi che, per quanto importante, rischia di rimanere teorica e astratta.
A Verona la rete TanteTinte https://www.retetantetinte.it/, presso l’Istituto Comprensivo 6 di Verona, alla quale aderiscono moltissimi Istituti di primo e secondo grado della Provincia di Verona, che opera con lo scopo di garantire il pieno successo scolastico degli alunni italiani e stranieri nella classi multiculturali e di favorire la crescita nelle scuole dell’educazione all’interculturalità, alla pace e ai diritti umani, lavora da anni su questi pensieri con un progetto “Percorsi d’inclusione il territorio incontra la scuola” finanziato da Fondazione San Zeno.
L’idea promossa all’interno delle scuole è stata quella di una collaborazione tra il pubblico ed il privato sociale (Cooperative ed Associazione del territorio), mettendo in rete pensieri e competenze oltre a favorire un lavoro sinergico di rete territoriale volto alla costruzione di una comunità educante. Il progetto infatti vede coinvolte la Cooperativa Hermete, la Cooperativa Energie Sociali, l’Associazione Il sorriso di Ilham, che operano sul territorio veronese e sono diventati punto di riferimento per i servizi scolastici e sociali del territorio dando un plusvalore alle diverse azioni promosse. In tal senso il progetto interpreta la richiesta rivolta dalla scuola al privato sociale di attività volte al confronto e alla condivisione di responsabilità educative verso le nuove generazioni.
All’interno del progetto sono attivi dei counsellor, coordinati dalla rete TanteTinte, che promuovono nelle scuole attività quali: spazio d’ascolto individuale per ragazzi /e, docenti, genitori con incontri settimanali (di 3 -4 ore) svolti al mattino, con orario flessibile e concordato con il Dirigente scolastico e i docenti; osservazione nelle classi con difficoltà relazionali, con dinamiche di gruppo invalidate, con la presenza di soggetti con atteggiamenti e comportamenti difficili; interventi con il gruppo classe con modalità laboratoriali di 4-6-8 ore, rivolti a classi con problematiche particolarmente complesse.
I laboratori proposti vengono attivati con l’intento di sviluppare il potenziale espressivo dei ragazzi e per il rafforzamento delle abilità relazionali.
Il gruppo di lavoro dei counsellor ritiene che l’Educazione Civica per essere davvero efficace abbia bisogno di essere praticata più che insegnata. Con questo intento il progetto veronese lavora sull’attivazione di esperienze relazionali e di gruppo, al fine di interiorizzare le norme di convivenza sociale e favorire cambiamenti significativi che andranno ad incidere sui comportamenti.
La coordinatrice della rete ed i counsellor ritengono che per rendere possibile questo processo di crescita serva un tempo di apprendimento e approfondimento attraverso la discussione, il confronto e l’integrazione. Diventa utile, quindi, un tempo di ascolto, di accompagnamento al cambiamento e di cura affinché i semi della consapevolezza, del rispetto e della responsabilità possano germogliare e fiorire.
Il dibattito in corso sull’introduzione dell’ora di Educazione Civica si presenta quindi davvero interessante in quanto attiva tanti stimoli e riflessioni, proprio in virtù del ruolo che i counsellor hanno nelle scuole come professionisti che da anni si muovono attraverso sportelli di ascolto, attività di laboratori e di formazione.
I counsellor del progetto hanno condiviso l’importanza di costruire una continuità tra l’attività di counselling e le lezioni di Educazione Civica. Sono moltissimi i temi che si possono portare all’attenzione degli studenti come tematiche sociali, culturali ed interculturali: la trasmissione di valori, di senso di responsabilità e di democrazia per favorire un corretto comportamento sociale, un linguaggio non violento, la possibilità di gestire le conflittualità, il lavoro di mediazione, uno sforzo condiviso per sviluppare le potenzialità dei ragazzi e degli adulti al fine di favorire un’educazione che sia trasversale a tutte le materie, un’educazione praticata e non solo trasmessa. A questo proposito si ritiene importante favorire la collaborazione e la cooperazione con i docenti in modo da mettere insieme competenze e sinergie per un processo di crescita condiviso.
Ma come si possono conseguire obiettivi così ambiziosi? Il gruppo di Verona sta facendo delle proposte che metteranno in comunione pensieri e pratiche utili per lo sviluppo del loro progetto, in sintonia con l’educazione civica nelle scuole.
Si intende partire dalla “parola”, la scuola da sempre “lavora con le parole”, la proposta è quella di lavorare sulla “cura delle parole” in sinergia e trasversalmente ad altre materie scolastiche.
Come ha scritto Gustavo Zagrebelsky: “il numero di parole conosciute e usate è direttamente proporzionale al grado di sviluppo della democrazia e dell’uguaglianza delle possibilità”. Risulta quindi fondamentale avvalersi delle parole per mettersi in relazione, utilizzare parole nuove e sconosciute che possano allargare il proprio vocabolario e favorire rapporti significativi e costruttivi. Il linguaggio, il modo in cui stare nelle cose, l’uso delle parole determina un pensiero: ad un registro ristretto corrisponde un comportamento limitato. Queste riflessioni fanno eco all’illuminato film “L’attimo fuggente” dove il professor Keating, parafrasando il poeta statunitense Walt Whitman, declama: “Parole e idee possono cambiare il mondo. Tu puoi contribuire con un verso: qual è il tuo verso?”
Un’altra proposta del gruppo veronese è quella di lavorare sul “riconoscimento della dimensione storica e culturale di cittadino” fondamentale per la crescita personale. Per realizzare questo processo è importante: conoscere la propria storia, conoscere l’altro, riconoscere il valore di ciascuno, comprendere che quando si parla di uguaglianza non si intende dire di essere tutti uguali ma che ognuno è unico e irripetibile e in questa diversità ognuno ha pari dignità e pari opportunità.
Solo dalla consapevolezza della propria storia e del “chi sono io?“, si può essere pronti a sperimentare quello che Massimo Giliberto ha considerato la terza fondamentale dimensione dell’Etica: il criterio di inter-personalità, ossia riconoscere se stessi e gli altri come persone tra le persone; esseri umani impegnati in un reciproco processo di incontro delle proprie uguaglianze e differenze.
Il fallimento di tale riconoscimento porta a ciò che spesso sottende “L’atto di discriminazione”, ossia il crollo della propria identità e l’annullamento dell’essere umano. Nel film Green Book di Peter Farrelly, il musicista afroamericano Shirley grida al proprio autista: “se per te non sono abbastanza nero e per loro non sono abbastanza bianco, allora dimmi, chi diavolo sono io?!”.
Altri temi cari al progetto “Percorsi d’inclusione il territorio incontra la scuola” sono: lavorare sul conflitto, curare l’incontro con gli altri, adoperarsi per comprendere il dolore che spesso non viene riconosciuto, sperimentarsi sull’empatia, lavorare sul senso di giustizia, favorire la responsabilità personale, riflettere sulle etichette, aprire dibattiti e sollecitare la discussione sulla mancanza di valore nelle persone, favorire il pensiero sul risarcimento del danno.
In una società dove prevale chi urla più forte, i counsellor provano a “combattere” invitando a riflettere, ad analizzare, a non semplificare. In una società in cui dilaga il senso di solitudine, è fondamentale comprendere la forza di unirsi e di agire insieme.
I counsellor del progetto ritengono di fondamentale importanza diffondere un approccio critico che aiuti il singolo ad orientarsi, a interpretare e a leggere la realtà del mondo e del proprio territorio per stimolare quel cambiamento che da personale può diventare davvero collettivo.
In tal senso si considera la lezione di Educazione Civica non come un’ora fatta a scuola tra nozioni e insegnamenti frontali bensì come un’opportunità per sperimentare l’approccio laboratoriale del “mettersi in gioco” che gli adulti dovrebbero prima di tutto possedere per poi trasmettere agli studenti. Il gruppo di lavoro dei counselor propone un punto di vista civico e democratico rispetto alle problematiche di relazione: con sé stessi, con gli altri, nella famiglia, nell’istituzione scolastica e più in grande nei confronti del proprio Stato, della propria cultura e delle altre culture. Viene richiesta grande competenza e capacità nel saper trasmettere il rispetto e il valore dell’appartenenza, nel sollecitare la responsabilità personale, nello sperimentarsi in maniera attiva e consapevole. A questo proposito sembra importante ripensare al ruolo del docente e alla condivisione del suo lavoro con il counsellor.
In questa direzione l’introduzione dell’ora di Educazione Civica potrà connotarsi come momento elettivo da programmare con i docenti e da affiancare con attività di sportello, di laboratori e di formazione facendo fare esperienze di vita morali.
C’è poi tutta la grande tematica dell’educazione interculturale, tematica cara alla rete TanteTinte e al gruppo dei counsellor che va promossa indipendentemente dalla presenza di stranieri nella scuola o nella comunità e che può essere lavorata rafforzando la propria identità individuale o di gruppo non in contrapposizione ma in comunicazione con gli altri, sviluppando una personalità curiosa, attenta, disponibile, democratica, sensibile, rispettosa dell’altro, diventando capaci di riflettere su di sé, sugli altri, sugli stereotipi e i pregiudizi, dimostrando capacità autocritiche, prendendo coscienza della complessità, ma anche della relatività dei punti di vista, e quindi diventando capaci di cambiare il proprio, sviluppando la capacità di accettare e convivere in modo costruttivo con il diverso e riconoscerne i diritti. Gli interventi laboratoriali costituiscono una risorsa educativa e didattica dove ognuno può attingere l’energia e il sostegno per dedicarsi alla propria autorealizzazione: sono il luogo in cui è possibile costruire con gli altri la propria mappa cognitiva e la propria personalità. Coltivare in classe il benessere, l’accoglienza, la solidarietà e la responsabilità rende più piacevole ed efficace il processo di formazione e di apprendimento.
Il momento storico che stiamo vivendo con l’emergenza Covid ha confermato quanto siano necessarie e non più rimandabili le istanze contenute nella legge: rispetto delle regole, educazione ambientale, educazione alla cittadinanza digitale.
Il gruppo di counsellor si sta preparando alla ripresa post Covid 19 nelle scuole da settembre con la consapevolezza di affrontare un contesto fuori dall’ordinario. Per far questo si cercherà di attingere alle risorse professionali e personali di ciascuno in modo da essere pronti e disponibili ad accogliere, sostenere ed accompagnare i bisogni, le emozioni, i vissuti e i racconti dei ragazzi e delle ragazze, dei genitori, dei docenti incontrati negli sportelli di ascolto.
Tra le tante novità di questo tempo particolare, la rete TanteTinte, a Verona, include l’ora di Educazione Civica come un’opportunità che, se pensata e progettata al meglio, sarà un’occasione generativa.
Grazie al rinnovato finanziamento di Fondazione San Zeno sarà possibile assicurare il continuum delle nostre attività anche per l’anno scolastico 2020/21.
Le idee e le proposte non mancano per potenziare e rinnovare il Servizio tenendo conto delle buone pratiche realizzate e delle nuove occasioni e opportunità.
Arrivederci a settembre per un nuovo inizio.
* Cinzia Maggi è docente-coordinatrice operativa della rete TanteTinte, con il gruppo dei counsellor del progetto
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CITAZIONI:
dell’Agenda 2030 dell’ONU M. Montessori (cit.)
Film: L’attimo fuggente” (1989)
Gustavo Zagrebelsky https://www.bing.com/search?q=zagrebeski&cvid=0750adfe33fc48ee9b2926fe1c512348&FORM=ANNTA1&PC=HCTS
Massimo Giliberto -2017- Per un’etica esperenziale non normativa. Rivista Italiana di Costruttivismo
FILM GREEN BOOK https://www.comingsoon.it/film/green-book/55408/scheda/