Il 16 novembre si è svolto il seminario “Educazione civica. Oltre le regole”, organizzato dalla rivista Scuola democratica in collaborazione con il Dipartimento di studi giuridici dell’Università statale di Milano e l’Osservatorio sulla criminalità organizzata.
Tuttoscuola risponde al seminario con un contributo prezioso di articoli on line.
Dall’anno scolastico 2015-2016 l’Alternanza Scuola-Lavoro è stata resa obbligatoria nel secondo biennio e nell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado, per 400 ore negli istituti tecnici e professionali e per 200 ore nei licei. La progettazione dei percorsi ha assunto un’articolazione triennale per meglio contribuire a sviluppare le competenze richieste dal profilo educativo, culturale e professionale dei corsi di studi. Il presente Rapporto di ricerca illustra i risultati e un primo bilancio di attuazione di questa riforma, focalizzandosi sui punti di forza e di debolezza, sulle buone pratiche come sulle criticità emerse nei primi anni di applicazione della Legge 107 del 2015, cosiddetta “Buona scuola”. Così come riformato il sistema dell’Alternanza rappresenta un unicum in Europa: in nessun paese europeo è prevista l’obbligatorietà didattica e curriculare dell’apprendimento in contesti lavorativi per tutti i tipi e gli indirizzi di scuola superiore, compresi i licei (§ Allegato
“Modelli ed esperienze in Europa”).
Fondazione Intercultura organizza il webinar di formazione gratuito per insegnati e DS “Competenze per una cultura della democrazia e internazionalizzazione della scuola” . Il webinar si svolgerà il 28 ottobre dalle 15.00 alle 16.30. Il webinar si svolge in occasione dell’uscita della traduzione italiana del Quadro di riferimento delle competenze per una cultura della democrazia (a cura della Fondazione Intercultura).
Fra i/le vari/e relatori/relatrici sono previsti anche il Prof. Emerito Martyn Barrett e la Prof.ssa Milena Santerini (Università Cattollica Milano)
Il sistema educativo italiano manifesta la tendenza a produrre e riprodurre vecchie e nuove diseguaglianze, a sfavore dell’uguaglianza, dell’equità e di apprezzabili risultati individuali e aggregati.
Gli autori, Luciano Benadusi e Orazio Giancola, parlano del modo in cui hanno trattato il tema dell’equità nell’intervista con Gianluca Argentin (Università di Milano-Bicocca).
22 giugno 2021 Luciano Benadusi e Orazio Giancola sono gli autori del libro “EQUITÀ E MERITO NELLA SCUOLA Teorie, indagini empiriche, politiche” ( FrancoAngeli 2021) Il sistema educativo italiano, così come gli altri sistemi educativi dei paesi ad economia avanzata, ha vissuto dal secondo dopoguerra ad oggi una continua espansione…
Quest’anno è cruciale per definire il modo in cui nelle scuole sarà vissuto l’insegnamento di Educazione Civica, dopo l’entrata in vigore della legge 92/2019 con un inusuale e altissimo consenso in parlamento. Cosa questo insegnamento diverrà nella vita concreta delle scuole, nel percorso di apprendimento e nelle vite degli studenti e delle studentesse dipende ora da una molteplicità di attori.
Per Scuola Democratica è un processo importantissimo da seguire e supportare. La posta in gioco infatti era già altissima lo scorso anno, ma oggi lo è ancora di più.
Clicca per accedere a tutti i contributi del dibattito dal 4 maggio, data del suo lancio su questo blog, a oggi.
Attraverso le idee contenute nell’articolo apparso nel n.1/2020 di Scuola democratica a firma di due dei suoi direttori, Benadusi e Campione, (che è leggibile per intero cliccando QUI), proponiamo al dibattito una proposta di ripensamento degli ordinamenti scolastici.
La questione degli ordinamenti scolastici in effetti sembra sparita dall’agenda politica italiana. Riteniamo sia giunto adesso il momento di tornare a riflettere e discutere su questo tema assumendo una prospettiva “lunga” che non si arresti alla discussione di come si ripartirà a settembre dopo un anno scolastico inficiato dall’emergenza Coronavirus.
La riforma degli ordinamenti non andrebbe impostata sulla base di un modello precostituito di carattere ideologico, al contrario andrebbe attentamente tarata sulle situazioni di fatto del nostro paese che ci segnalano problemi, ritardi e criticità anche al cospetto di altri paesi europei
Storicamente e culturalmente, le diseguaglianze di genere sembrano essere la costante sociale più dura a morire. Anche se in quasi tutti i paesi del mondo esistono norme e leggi che sanzionano la disuguaglianza e promuovono l’uguaglianza tra donne e uomini, i divari di genere persistono ancora in tutti paesi, persino in quelli cosiddetti avanzati.
Nel recente volume curato da Maddalena Colombo e Luca Salmieri – The Education of gender. The Gender of Education – diversi contributi di esperti e ricercatori italiani analizzano i rapporti tra genere e educazione nel nostro paese. I capitoli del volume approfondiscono diverse questioni che finora non avevano trovato spazio sufficiente nel dibattito sul sistema educativo e formativo italiano.
Il decreto sull’insegnamento dell’educazione civica è arrivato in piena fase di riorganizzazione legata al COVID 19. In questa situazione di sfida perché non si sono attivate quelle comunità educanti con i relativi patti educativi per offrire postazioni e connessioni a chi si trova in maggior svantaggio? Nell’art.8 si parla esplicitamente del legame fra scuola e territorio
” L’insegnamento trasversale dell’educazione civica è integrato con esperienze extra-scolastiche, a partire dalla costituzione di reti anche di durata pluriennale con altri soggetti istituzionali, con il mondo del volontariato e del Terzo settore, con particolare riguardo a quelli impegnati nella promozione della cittadinanza attiva”. Da parte loro scuole ed insegnanti devono utilizzare l’occasione delle 33 ore di educazione civica per aprirsi al mondo esterno in maniera sistematica e strutturale, utilizzando i mezzi che la legge dà. Non si tratta di un ostacolo da superare ma di un’opportunità da cogliere.
di Marco Manariti Il Bilancio Sociale, o il RAV, è uno strumento che se ben utilizzato riflette l’organizzazione e che la fa riflettere.
Come viene fatto il Bilancio Sociale, il suo processo di realizzazione è il cuore pulsante dello strumento, quello che dà i risultati più intensi e preziosi. Se non ci si limita a viverlo come un adempimento burocratico, il bilancio sociale oltre a favorire la comunicazione interna ed esterna, può fungere anche da ponte tra passato e futuro, perché partendo dalla propria identità, storia e dall’interpretazione dei risultati già conseguiti, permette di avviare la nuova programmazione.
di Cinzia Maggi
Tra le principali finalità di una Educazione Civica c’è l’educazione alla cittadinanza attiva democratica che può essere tradotta a livello pratico nella cura delle personalità individuali, dello spirito del dialogo, del senso dell’uguaglianza, dell’apertura verso le differenze, dell’essere maggioranza e minoranza.
A Verona la rete TanteTinte presso l’Istituto Comprensivo 6 di Verona opera con lo scopo di garantire il pieno successo scolastico degli alunni italiani e stranieri nella classi multiculturali e di favorire la crescita nelle scuole dell’educazione all’interculturalità, alla pace e ai diritti umani e lavora da anni con un progetto “Percorsi d’inclusione il territorio incontra la scuola” finanziato da Fondazione San Zeno.
di Giorgio Allulli
La scuola italiana ha oggi veramente bisogno di una riforma a tutto tondo che porti a riconsiderare i suoi ordinamenti ed i suoi programmi? Io credo di no; casomai ha bisogno di una forte capacità di governo e gestione, un governo ed una gestione che sia in grado di valorizzare le eccellenze, eliminare gli enormi squilibri esistenti, avviare finalmente un processo di reclutamento serio, ecc. ecc. La realtà è che abbiamo (quantomeno) due sistemi scolastici: un sistema che con questi ordinamenti, con questi programmi, con questi insegnanti, funziona molto bene, a livelli di eccellenza mondiale; ed una sistema che con gli stessi ordinamenti, con gli stessi programmi ed insegnanti formati allo stesso modo (anzi per certi versi ancora più selezionati) funziona molto male.
di Stefania Lorenzini
Un pensiero disponibile ad andare verso l’altro che si riconosce in riferimenti culturali diversificati, per scoprire le rispettive differenze insieme ai punti in comune e tale da sapersi avvalere dell’esperienza del confronto e dell’arricchimento trasformativo che può generare. Accogliere la differenza e il pluralismo, concretizzare tolleranza attiva, dialogo e ascolto nella reciprocità e nel rispetto delle differenti identità, quali criteri di riferimento principali della pedagogia interculturale (Bolognesi e Lorenzini, 2017) aprono la strada all’incontro tra differenze e soprattutto tra – persone – differenti.
di Alessandro Cavalli
Non è facile commentare un documento sul quale si è d’accordo su quasi tutto. Mi auguro che possa diventare la base di un’iniziativa riformatrice capace di coinvolgere e fare convergere anche idee e forze diverse in una prospettiva sufficientemente trasversale. Del resto mi sembra di cogliere alcune significative convergenze nelle proposte recentemente presentate sia da Oliva e Petrolino sia da Bertagna1 che provengono da orizzonti politico-culturali diversi.
di Elefteria Morosini
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è esplicitamente inserita nelle linee guida all’educazione civica. Dei 17 obiettivi che la compongono il terzo, “salute e benessere”, è strettamente connesso con il diritto alla salute, sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione.
Le riflessioni stimolate in questi mesi dalla pandemia Covid-19, portano a pensare che ai fini del potenziamento dell’educazione civica nelle scuole, una delle linee portanti dei progetti transdisciplinari sia quella dell’educazione sanitaria, in modo da diffondere nei giovani la consapevolezza di cosa significhi “salute”, del rapporto tra salute individuale e salute pubblica, dei caratteri del SSN (Sistema Sanitario Nazionale) italiano, di come abbia funzionato e di quali risultati abbia ottenuto.
di Alessio Surian
Il processo che ha portato alla redazione della Strategia nazionale ECG offre numerosi spunti per rivedere e aggiornare il quadro di riferimento per l’impostazione dei piani di studio relativi ai diversi cicli dell’educazione formale, segnalando almeno quattro condizioni in relazione allo spazio pubblico di promozione dell’educazione alla cittadinanza: -un metodo di lavoro concertato -un approccio multi-attore e trans-settoriale -un approccio territoriale
-metodologie interattive, maieutiche, critiche, tra pari
Vorrei contestare radicalmente il punto di partenza dell’intero dibattito, che prende spunto dalla assenza di competenze rilevata negli studenti che frequentano le scuole italiane. Ho la fortuna di insegnare in un contesto in cui gli studenti raggiungono livelli di eccellenza al termine del ciclo di istruzione superiore,
e sono in grado di distinguersi a livello internazionale in tutti i contesti in cui si misurano.
di Giovanni Cominelli
se la didattica, così come è ora organizzata, lungo 900/1000 ore annuali, stenta a fornire le competenze disciplinari fondamentali e le competenze trasversali – a tal punto che una quota di neo-diplomati va ad ingrossare da subito le file dell’analfabetismo funzionale, ormai giunto al record europeo del 30% della popolazione – perché mai un coriandolo di 1 ora alla settimana, ritagliato dalle pre-esistenti 900/1000 ore, dovrebbe riuscirci? Converrà, dunque, ritornare, ancora una volta, alla domanda fondamentale: che cosa significa cittadinanza oggi?
di Massimo Baldacci
Spesso si dice che la scuola la fanno gli insegnanti. Questa asserzione è indubbiamente valida, ma trascura di precisare che gli insegnanti fanno scuola come possono, entro i limiti delle condizioni istituzionali, culturali e materiali in cui si trovano a operare. Dell’influenza di tali condizioni si deve sempre essere consapevoli, altrimenti la suddetta espressione rischia di preludere a una professione di volontarismo (del tipo: quindi, tutto dipende dalla volontà dei docenti) sterile quanto discutibile (la volontà è una condizione necessaria di un lavoro ben svolto, ma non rappresenta una condizione sufficiente per questo).