Storie. Factory di Tim Bruno
segnalazione a cura di Paola Benadusi Marzocca
Se farsi capire è la regola per chi si rivolge alle giovani generazioni, il romanzo di Tim Bruno, scrittore e naturalista, FACTORY (Rizzoli, pp.187,€ 16,00) ci riesce in pieno. In questi tempi opachi è indispensabile essere quanto meno informati sui temi dell’equilibrio ecologico, sulla salvaguardia degli animali e dell’ambiente, sull’inquinamento che ci minaccia fin dentro le nostre case.
L’uomo attraverso i millenni ha asservito le altre creature viventi ai suoi bisogni. Occorre spostare la prospettiva della realtà naturale al punto di vista degli animali, come fa appunto Tim Bruno. Protagonista della sua storia è infatti un ratto di nome Scorza che entra in un centro intensivo di allevamento di animali, un luogo gelido, metallico, fatto di pareti di lamiera e travi di ferro, dove migliaia di bovini, maiali, ovini sono riconosciuti con un codice attaccato all’orecchio. Per loro non c’è scampo, lì sono nati, lì vengono nutriti in stretti recinti, lì vengono uccisi per essere trasformati in scatolette di latta in una catena automatica di produzione continua.
Viene un senso di angoscia a leggere il libro per la sorte segnata di queste povere bestie, “corpi fumanti” che non sanno altro “fare che mangiare e scoreggiare senza sosta.” Il ratto farà amicizia con alcuni di loro e dall’indifferenza “cieca” passa all’impegno responsabile di attenuare con la sua presenza “l’atmosfera cupa e ferrosa della Factory”. Ci voleva un ratto, animale di intelligenza non comune, per capire con rabbia che non è giusto che la vita delle creature viventi sia una sequenza di crudeltà, prevaricazione, sterminio.
Come ha detto Lucrezio è l’ignoranza che trascina nella tempesta. I rimedi esistono e la scuola dovrebbe insegnare alle nuove generazioni a ragionare, a individuare possibili comportamenti per scongiurare gli aspetti più negativi della deriva ecologica e del degrado naturale e ambientale. Tutto questo è in effetti un problema di educazione civica, di imparare un habitus diverso. Forse per riuscire a rendere partecipi i ragazzi di queste tematiche molto complesse, occorre divertirli creando avventure nelle quali gli animali diventano compagni di viaggio e di vita, accettandoli per quello che sono e trattandoli con rispetto.