ALTRE FONTI: I licei finlandesi vogliono migliorare ulteriormente
segnalato da Elisa Prestapane (insegnante )
La Finlandia, si sa, è ai primi posti nei ranking internazionali sull’education, e dunque colpisce che in quel paese siano in corso sperimentazioni piuttosto radicali per adeguare le pratiche scolastiche per le sfide del futuro. Oppure potrebbe essere il contrario: proprio perchè non ci si stanca di sperimentare, si ottengono risultati migliori. Ad ogni modo a parlare di cosa bolle in pentola nei licei finlandesi è stato l’Indipendent e a ruota sono spuntati articoli anche negli altri paesi con relativi rimandi sui social network. Uno degli elementi che più ha destato interesse (o timore) è stata l’idea di preferire all’insegnamento per “materie” tradizionali (storia, geografia e matematica) quello per “argomenti”, o come dicono i finlandesi i “fenomeni”.
Quel che colpisce è la consapevolezza con cui, nel cercare di progettare i percorsi educativi del 2020, i finlandesi pensano alla forza lavoro del 2070. E dato che – come ammette Marjo Kyllönen, tra le responsabili del progetto per il Ministero dell’Educazione finlandese – non c’è modo di sapere quali saranno le caratteristiche dei posti di lavoro in quell’epoca, allora le scuole e i loro network devono divenire una comunità capace di apprendere continuamente. I processi di apprendimento centrati sull’individuo devono fare spazio ai processi di apprendimento che mettono al centro le relazioni. A partire da qui l’interesse per una didattica basata sugli argomenti (che intrecciano varie materie), su una cultura definita “gaming culture” e sull’uso di esperti esterni.
Non che da noi non esistano sperimentazioni di questo tipo, quel che colpisce è la sistematicità con cui in Finlandia tali sperimentazioni vengono condotte. Staremo a vedere, chissà che non escano fuori spunti per rendere più “buona” la nostra scuola.
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