Vorrei contestare radicalmente il punto di partenza dell’intero dibattito, che prende spunto dalla assenza di competenze rilevata negli studenti che frequentano le scuole italiane. Ho la fortuna di insegnare in un contesto in cui gli studenti raggiungono livelli di eccellenza al termine del ciclo di istruzione superiore,
e sono in grado di distinguersi a livello internazionale in tutti i contesti in cui si misurano.
Benchè il termine competenza rimandi ad un concetto ormai ricorrente nel linguaggio comune come in quello scientifico, politico e professionale, non disponiamo ancora di un significato preciso e univoco. La Fondazione Agnelli ha affidato ad un gruppo multidisciplinare il compito di esplorare i significati del termine in diversi settori disciplinari.
di Giunio Luzzatto (esperto di organizzazione didattica dei sistemi universitari) –
Il documento su “Orientamento integrato tra Scuola e Università”, approvato dal Consiglio Universitario Nazionale il 5 aprile scorso, merita la massima attenzione non solo da parte della Ministra cui è diretto (e alla quale compete compiere le azioni ivi suggerite), ma da parte dell’intero mondo educativo italiano.
Il Centro Inter-Universitario “Giovani Educazione Orientamento” (GEO) ha recentemente promosso un processo di riflessione su “Idee di università e strategie degli Atenei italiani” che ha avuto una prima conclusione in un Convegno Nazionale svoltosi a Roma. Questo processo ha voluto coinvolgere esclusivamente i rettori e i loro più stretti collaboratori, nonché pochi esperti di istruzione superiore, per dare loro l’opportunità di riflettere e discutere tra pari, non sull’ultimo disegno di legge per l’ennesima riforma universitaria, ma sull’ “idea di università” in base alla quale intendono orientare le strategie del proprio ateneo in un arco temporale di medio-lungo periodo.
Qui di seguito riportiamo dei testi relativi al convegno.
di Francesco Prota (Università di Bari “Aldo Moro” e Cerpem) e Maria Jennifer Grisorio (Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione – ARTI) –
A fine 2015 si è avviata la Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) 2011-2014 che fa seguito alla VQR 2004-2010 che ha rappresentato il primo esercizio valutativo su ampia scala del sistema della ricerca scientifica in Italia. Proprio alla luce della sua rilevanza è opportuno, a nostro giudizio, richiamare le non poche criticità che hanno contraddistinto la VQR 2004-2010.
di Giunio Luzzatto
Il presente contributo intende semplicemente presentare in termini alcuni dei temi emergenti dalle Relazioni dei Rettori in modo da consentire di cogliere il senso delle questioni discusse al Convegno “Idee di università e strategie degli Atenei italiani” promosso dal entro Inter-Universitario “Giovani Educazione Orientamento” (GEO)
di Alessandro Cavalli
GEO (Giovani Educazione Orientamento) è un Centro Interuniversitario. Da circa quindici anni realizza ricerche, convegni, seminari di studio e attività formative sulla condizione giovanile, le istituzioni educative e i percorsi di orientamento scolastico e professionale. Tra il 30 novembre e il 1° dicembre dell’anno scorso ha organizzato a Roma un convegno per molti aspetti diverso dai tanti che negli ultimi anni hanno affrontato i temi delle riforme dell’università.
Un testo interessante e utile per fare il punto della situazione a conclusione del primo quinquennio di attuazione del riordino degli istituti tecnici (2007). E il quaderno “Innovare l’istruzione tecnica secondaria e terziaria” presentato dalle Fondazioni Treelle e Rocca in un recente convegno con lo stesso titolo inizia con i numeri: se con il 2010 la curva discendente delle iscrizioni e dei diplomi si è fermata, le novità introdotte non hanno consentito di recuperare il terreno perduto.
di Paolo Rossi (Università di Pisa e Consiglio Universitario Nazionale) –
Una diversa e più densa articolazione territoriale del sistema universitario produrrebbe anche una maggior consapevolezza dell’importanza della formazione superiore per lo sviluppo economico sociale e culturale del Paese. L’esperienza dei Paesi più avanzati ci dimostra che occorrono molta ricerca e molta formazione per avere buona ricerca e buona formazione. Una vera “buona università” non può prescindere da una vera “buona scuola” e soprattutto da un vero rapporto scuola-università che dovrebbe passare attraverso l’adozione di strumenti innovativi volti a favorire un orientamento di tipo realmente vocazionale.
di Stefano Boffo (esperto di formazione e mercato del lavoro) e Roberto Moscati (nuclei di valutazione dell’Università IULM e dell’Università di Milano-Bicocca) –
Nel corso degli ultimi anni le università di pressoché tutti i paesi sono state oggetto di nuove richieste provenienti dall’economia e dalla società. Ne è derivato lo svilupparsi di nuove attività definite di Terza Missione dato che non riguardano né formazione né ricerca. Una ricerca internazionale (il Progetto E3M-Indicators and Ranking Methodology for University’s Third Mission) ha teso a identificare metodi e sistemi utili per identificare e valutare le attività di Terza missione nelle università europee.
di Francesco Pastore (Professore Aggregato di Economia Politica presso la Seconda Università degli studi di Napoli) –
Appena si parla del bisogno di introdurre nell’università italiana anche attività formative di tipo pratico, i professori universitari italiani insorgono. Molti docenti non riescono a vedere che non c’è solo la teoria e che non c’è contraddizione alcuna fra teoria e pratica. Non solo loro, ma anche tanti giovani e meno giovani che essendosi formati nella università italiana non riescono a guardare oltre.
di Giunio Luzzatto (esperto di organizzazione didattica dei sistemi universitari) in risposta all’articolo “Per avere una buona scuola ci vuole una buona discussione” – Il capitolo della “Buona Scuola” sul reclutamento dei docenti tratta le tematiche da affrontare a regime, previa la soluzione con provvedimenti di emergenza della situazione passata. L’ipotesi di integrale attuazione del progetto Gelmini sull’abilitazione è piuttoto criticabile, e spinge ad avanzare una soluzione alternativa che coinvolga organicamente le procedure di reclutamento.