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Scelte scolastiche e finanziamenti pubblici

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di Luisa Ribolzi (sociologa, già vicepresidente Anvur) in risposta all’articolo Dialogo sul finanziamento pubblico alle scuole paritarie –
Nel dibattito sulla scelta, in Italia ci si trova a fare in conti con una chiara definizione dei termini, e con la mancanza di informazioni quantitative e dati di ricerca. Provo a riordinare qualche idea.

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di Fiorella Farinelli (Esperta di sistemi scolastici e formativi) –
Continua il trend positivo delle iscrizioni all’Istruzione e Formazione Professionale. Nel 2013-14 sono 316.018 gli allievi dei “triennali”, e 12.156 gli iscritti al ” quarto anno” per il diploma professionale. L’IeFP è sempre meno una scelta di ripiego e sempre più una prima scelta. Certo i limiti e i problemi dell’IefFP, anche dopo la messa a regime del 2009-10, sono ancora tanti. Tuttavia la “Buona Scuola” in nessuna delle sue diverse versioni mostra interesse all’ argomento.

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a cura della Direzione di Scuola Democratica –
Eccoci di nuovo sul tema del finanziamento pubblico alle scuole paritarie con la seconda parte della riflessione di Luciano Benadusi e Vittorio Campione, rispettivamente Direttore e Vicedirettore di Scuola Democratica. Al centro dell’attenzione in questo contributo è la questione dei controlli: la qualità va verificata sempre.

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a cura della Direzione di Scuola Democratica –
Il tema del finanziamento pubblico alle scuole paritarie è tornato prepotentemente al centro dell’agenda politica e del dibattito pubblico. Su questo tema si sono confrontati Luciano Benadusi e Vittorio Campione, rispettivamente Direttore e Vicedirettore di Scuola Democratica. Qui la prima parte del contributo: “Scuola Statale e Scuola Privata: una vera parità? Pubblico non vuol dire statale”

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di Giunio Luzzatto e Alessandro Cavalli, In risposta all’articolo Discutiamo lo sviluppo della Buona Scuola –
La questione degli insegnanti non può essere affrontata limitandosi, come avviene nel Disegno di legge, al solo tema della loro “formazione” (sia iniziale, sia in servizio o permanente): infatti, per un qualunque professionista la corretta definizione delle caratteristiche necessarie alla sua formazione deriva innanzitutto da una precisa individuazione del suo profilo professionale. Sono indispensabili competenze “trasversali” per gli insegnanti di tutte le discipline, competenze che devono aggiungersi alle competenze relative alla “materia” e alla didattica specifica della materia stessa, non sostituirle.

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di Giorgio Allulli (esperto della Rete Europea EQAVET) In risposta all’articolo Discutiamo lo sviluppo della Buona Scuola –
La scuola è un sistema molto complesso, ed allora ogni innovazione va introdotta pensando alla percorribilità, ed ai possibili effetti che produce sulle diverse componenti del sistema. In questo caso non mi sembra che questo sia stato fatto.Gli interrogativi sono tanti; ci limitiamo a ricordare i principali.

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di Ivana Summa (Esperta CIDI) in risposta all’articolo Discutiamo lo sviluppo della Buona Scuola –
Gestire una scuola non coincide tout court con l’amministrarla, bensì con l’organizzare tutte le risorse- quelle disponibili e quelle da acquisire – verso le finalità istituzionali. E’ necessario chiederci se, dopo un quindicennio di autonomia scolastica, non sia giunta finalmente l’ora di cambiare rotta a cominciare proprio dai capi d’istituto. Proviamo allora ad analizzare i riferimenti normativi esistenti e poi quelli contenuti nel ddl citato. Possiamo trasformare le fattezze del capo d’istituto ma se davvero vogliamo che sia in grado di agire in modo efficace è necessario un coerente quadro di sistema.

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di Paolo Ferratini (esperto di sistemi scolastici) in risposta all’articolo Discutiamo lo sviluppo della Buona Scuola –
Se molto poche erano fin dall’inizio le possibilità che il Parlamento potesse varare il ddl scuola in tempo utile per il prossimo a.s., ora possiamo dire con certezza che ciò non avverrà. La scelta di Renzi è invece stata un’altra, frutto, a me sembra, di due considerazioni distinte, dettate l’una dalla prudenza, l’altra dall’astuzia.

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di Stefano Casarino (insegnante di Lettere nei Licei, Presidente della Delegazione di CN dell’A.I.C.C.) in risposta all’articolo Discutiamo lo sviluppo della Buona Scuola-
Ogni ipotesi di cambiamento deve partire dalla constatazione della situazione presente, dalla ricognizione esatta dei punti di debolezza, ma anche dei punti di forza, di ciò che ci si accinge a modificare.

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di Anna Armone (funzionario della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Direttore responsabile della Rivista Trimestrale di Scienza dell’Amministrazione Scolastica) in risposta all’articolo Discutiamo lo sviluppo della Buona Scuola –
L’introduzione del Piano Triennale dell’offerta formativa introduce un elemento di programmazione strategica che già le Amministrazioni Pubbliche utilizzano nella fase successiva alla programmazione economico finanziaria. Per applicare un tale modello della scuola bisogna creare un tessuto connettivo che renda effettivo il controllo da parte del MIUR non solo dal punto di vista finanziario ma anche della coerenza con gli obiettivi ordinamentali da perseguire ex art. 2, comma 3 del ddl.

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di Loredana Leoni (dirigente scolastica) in risposta all’articolo Discutiamo lo sviluppo della Buona Scuola –
Un Disegno di Legge per far rinascere l’autonomia scolastica. Questo potrebbe essere il titolo del processo avviato dalla Buona Scuola e che approderà nei prossimi giorni alla Camera. Un Disegno di Legge che si presenta abbastanza diverso dal documento di partenza: all’inizio molti aspetti apparivano, al di là degli slogan, piuttosto burocratizzati. Un documento ministeriale. L’attuale Disegno di Legge ribalta decisamente l’approccio.

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di Federica Roccisano (Università Cattolica di Milano) in risposta all’articolo “Discutiamo lo sviluppo della Buona Scuola” –
Leggendo il ddl sulla Buona Scuola presentato lo scorso 12 marzo dal Governo Renzi e dalla Ministra Stefania Giannini è difficile nascondere alcune perplessità su punti controversi che rischiano di colpire il tessuto sociale delle aree più deboli e quindi di tutte le regioni meridionali.

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di Dora Russo (Attivista dell’Associazione PrimaVera Casale) –

Proprio attraverso questa suggestiva domanda i giovani di Casal di Principe hanno inaugurato una stagione di attenzione e di impegno intorno al tema dell’occupazione giovanile, con il Convegno Giovani e Lavoro tenutosi il 5 Marzo 2015 presso la Sala Consiliare del Comune di Casal di Principe.

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Si riapre il dibattito. Dopo il confronto sul documento “La buona scuola” è tempo di discuterne lo sviluppo avvenuto con il disegno di legge delega del governo che dà uno sbocco sul piano normativo al processo avviato da quel documento e proseguito con la consultazione e con le ulteriori elaborazioni ministeriali.

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di Fiorella Farinelli (Esperta di sistemi scolastici e formativi) –
Perché il piano straordinario di assunzioni si materializzi il prossimo 1 settembre, i lavori parlamentari dovrebbero essere velocissimi, non più di qualche settimana. Ci sono però punti caldi che obbligano alla massima attenzione.

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di Anna Orsi (Dottoressa in Scienze dei servizi giuridici) –
In Italia, pur essendo sempre stato presente, il contratto di apprendistato non è stato sfruttato al meglio e non ha reso gli effetti tanto attesi e, nello stesso tempo, accertati in altri Stati europei. Oggi il disegno di legge “La Buona Scuola” del Governo Renzi evidenzia un passo avanti per l’istituto, in quanto si incammina verso un sistema di alternanza scuola-lavoro.

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Una professoressa del Maine (USA) ha vinto la prima edizione Global Teacher Prize, quello che alcuni già chiamano “il premio Nobel della Scuola”. La professoressa riceverà un milione di dollari a rate per dieci anni (a patto di insegnare per almeno altri cinque). Ha deciso di donare la somma alla sua scuola.

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di Stefano Casarino (insegnante di Lettere nei Licei, Presidente della Delegazione di CN dell’A.I.C.C.) –
A partire dall’iniziativa del CIDI di Torino su “Sì, allora cambiamo la scuola (davvero!)”, tenutasi mercoledì 11 febbraio, l’autore si interroga su quale idea di scuola si voglia realizzare oggi. Se manca un progetto, una visione sistemica, un insieme coeso ed articolato di valori fondanti, viene meno qualunque seria e credibile possibilità di innovazione.

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di Anna D’Auria (Dirigente Scolastico I.C. “Via Cassia Km 18.700″ di Roma) Commento all’articolo “Come si finanzia la Buona Scuola” di Francesco Pastore pubblicato su Learnig4

Nell’ evidenziare lo stretto rapporto esistente tra PIL e declino del sistema scolastico italiano, l’articolo di Pastore avanza valide ipotesi che integrano quelle già presenti nella Buona Scuola per evitare sprechi e trovare risorse aggiuntive per l’attuazione del piano di riforma del Governo Renzi. Tuttavia con uno sguardo tutto interno al mondo della scuola, in relazione ai diversi aspetti affrontati nell’articolo, vorrei condividere alcune osservazioni.

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di Francesco Pastore (Professore Aggregato di Economia Politica presso la Seconda Università degli studi di Napoli) –
Il prossimo 3 marzo 2015 è prevista la discussione dei provvedimenti collegati alla Buona Scuola. Learning 4 ne ha parlato abbondantemente in diversi autorevoli interventi nelle scorse settimane. Uno dei punti più discussi è quello dei dubbi su dove trovare le risorse per finanziare la buona scuola. Questo editoriale riflette brevemente sulle proposte presentate dallo stesso governo ed avanza alcune ipotesi aggiuntive.

Scuola democratica
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