Il prossimo 9 luglio, dalle 9:30 alle 13:00, si terrà a Roma, presso la Sala Auditorium dell’Isfol, il seminario organizzato dall’Isfol: La qualità del lavoro in tempo di crisi. Il seminario, da un lato, mira a presentare alcuni risultati provenienti dalle analisi effettuate sui dati della III indagine Isfol sulla Qualità del Lavoro in Italia e, dall’altro, intende riflettere sul tema della qualità del lavoro in un periodo di congiuntura economica sfavorevole
di Giorgio Allulli (esperto di politiche formative, già dirigente di ricerca Isfol e Censis) – L’Italia è l’unico Paese d’Europa praticamente privo di standard nazionali per l’istruzione e la formazione professionale. Le 22 qualifiche finora definite a livello nazionale sono poco solide ed il Repertorio nazionale delle qualifiche rischia di diventare una sommatoria dei Repertori regionali. La riforma del titolo V, attualmente in cantiere, oltre ad eliminare l’equivoca nozione di competenza concorrente, dovrebbe riportare in capo allo Stato la definizione degli standard di questo ambito formativo.
E’ uscito il nuovo numero di Scuola Democratica. Dopo due Special Issue usciti nel 2013 e prima del terzo monografico che sarà dedicato al tema dell’equità e delle disuguaglianze educative (che sarà curato da Alessandro Cavalli), quello che apre questo 2014 è un numero standard anche se, come vedremo, i contributi che presentiamo sono questa volta focalizzati soprattutto, anche se non esclusivamente, sull’ambito scolastico.
di Sandra D’Agostino (ricercatore Isfol, responsabile di strumenti per le transizioni, certificazione, qualità dei sistemi)
Un altro passo verso l’avvio di un sistema duale in Italia: è stato firmato il 5 giugno scorso il decreto interministeriale che regolamenta le modalità di attuazione dei periodi di formazione in azienda per le scuole secondarie superiori attraverso un contratto di apprendistato di alta formazione e ricerca. Tuttavia sono ancora molti i passi necessari per una effettiva implementazione che consenta il pieno rispetto delle competenze dei vari soggetti istituzionali e la piena tutela dei giovani che parteciperanno alla sperimentazione.
di Marco Manariti (Responsabile Forma Mentis Innovazione e Sviluppo)
Quanto costa rinunciare ai nostri talenti? Il Decreto lavoro, le previsioni europee e le possibili risposte alla fuga di talenti
di Ugo Marani (professore di Politica Economica presso l’Università di Napoli Federico II, presidente di RESeT)
Un qualunque diplomato che non studi, non lavori o non si formi è, allo stesso tempo, uno spreco di potenziali risorse e un onere di bilancio pubblico, in termini di sussidi, indennità, imposte e contributi sociali non versati. I cultori dell’austerità, regionali e nazionali, dovrebbero fare attenzione. E invece no: il bilancio pubblico non si migliora includendo generazioni perdute ma escludendone altre, come se fosse meglio una maggior contraddizione domani che un tentativo di miglioramento oggi.
di Fiorella Farinelli (Esperta di sistemi scolastici e formativi)
I risultati dell’Indagine PIAAC ci presentano un quadro non molto diverso da quello di analoghe ricerche precedenti. Certo, è possibile rinvenire le conseguenze di antichi ritardi del paese. Ma è evidente anche una duratura incapacità di venire a capo delle numerose criticità del nostro sistema educativo. PIAAC sottolinea che le competenze degli adulti non dipendono solo dalla qualità e solidità degli apprendimenti scolastici. Le strategie europee di maggior successo sull’apprendimento permanente indicano piste più complesse e diversificate che coinvolgono il mondo del lavoro, l’associazionismo e il privato sociale, il welfare locale e che agiscono sul lato sia dell’offerta che della domanda di cultura e di formazione. Saremo mai in grado di trarne insegnamento?
di Sandra D’Agostino (ricercatore Isfol, responsabile di strumenti per le transizioni, certificazione, qualità dei sistemi)
Non c’è pace per il contratto di apprendistato: a circa due anni dall’entrata in vigore dell’ultimo disegno normativo del Testo Unico dell’Apprendistato è in via di approvazione il terzo intervento di ri-definizione. Venendo meno il piano formativo individuale, cosa resta della formazione in apprendistato, al netto della componente per l’acquisizione delle competenze di base e trasversali?
di Emiliano Mandrone (Economista Isfol, Ente Pubblico di Ricerca, Responsabile Indagine PLUS)
L’Italia, co-presidente di turno della U.E, dedica l’anno 2014 al “ricercatore”. Predica bene ma come tratta la ricerca? La ricerca è vista spesso come un critico letterario pronto alla stroncatura, invece andrebbe interpretata come un coach, un suggeritore, come un tool di navigazione. Solo una ricerca libera ed autorevole può aiutare l’azione politica ed economica a raggiungere, in maniera più efficiente e rapida, gli obiettivi auspicati. È una cura preventiva che consente poi uno sviluppo migliore.
di Francesco Pastore ( Professore Aggregato di Economia Politica presso la Seconda Università degli studi di Napoli, research fellow dell’IZA di Bonn e segretario dell’Associazione Italiana degli Economisti del Lavoro)
Nel primo tempo, il Jobs Act semplifica l’apprendistato, eliminando l’obbligo formativo in aula. Il governo spera di spingere così le imprese a usarlo di più subito, ma nel secondo tempo è meglio tornare al modello tedesco.