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Cyberbulli al tappeto. Manuale per l’uso dei social, di T. Benedetti – D. Morosinotto

Storie. CYBERBULLI AL TAPPETO- MANUALE PER L’USO DEI SOCIAL di T. Benedetti- D. Morosinotto

Recensione a cura di Paola Benadusi Marzocca

Rendere   i teenagers di oggi consapevoli delle loro debolezze spesso pericolosamente mascherate, non è un’ impresa tra le più facili. Anche gli adulti, gli insegnanti  e i genitori, sicuramente la stragrande maggioranza, non riescono a intercettarle. CYBERBULLI  AL  TAPPETO- MANUALE PER L’USO DEI SOCIAL  di Teo Benedetti- Davide Morosinotto (Editoriale scienza, ill. Jean Claudio Vinci, pp.94, € 13,90) spiega molte cose su questo attuale e spinoso argomento. Un social network può provocare danni irreparabili?  Può spingere alla  morte? E’ una tematica ormai costante nei giornali e nei media e le risposte sono molteplici, corrette e esaustive, ma il problema resta sempre lì, in prima linea.  Questo testo rivolto ai ragazzi, ma di lettura trasversale per le illustrazioni vivaci e incisive, direi quasi umoristiche, è un  manuale perfetto per avvicinarsi all’uso dei social. Insegna infatti in modo divertente ma serio tante cose relative al mondo digitale, questa sorta di mondo parallelo che tutti bene o male frequentiamo e che può avere, se mal gestito, effetti sconvolgenti su quello reale. “I social network sono uno strumento molto potente e, come l’argilla, possono essere modellati secondo il tuo gusto per offrirti infinite possibilità.”, avvertono gli autori. Ma quello che viene messo in rete può restare ed essere letto da chiunque. Quindi i media contengono una dose notevole di pericoli soprattutto per gli adolescenti  che ormai comunicano attraverso scansioni rapidissime  e in forma quasi maniacale attraverso gli smartphone. In una parola non è criminale il social di per sé, ma l’uso che viene fatto a volte per colpire con bugie e inganni le persone prese di mira. Esiste una soluzione?  Di chi è la colpa? Dei tempi, dei genitori, della scuola?  Sono domande che restano aperte. Spesso gli adulti non ascoltano, non hanno tempo, non sanno confrontarsi con i ragazzi. Un approccio sistematico e concreto a un uso corretto dei social è un’utile indicazione. La conoscenza non significa solo apprendere, capire i meccanismi che muovono gli strumenti, ma può fornire i mezzi  per difendersi soprattutto quando si è troppo giovani per capire che il male esiste e si traveste in molteplici modi  anche dietro apparenze rassicuranti.

I ragazzi di oggi vogliono soprattutto essere notati tanto più in un periodo difficile come questo che stiamo vivendo. Le scuole quasi sempre chiuse, l’insegnamento a distanza, la difficoltà di instaurare un dialogo. Tutto l’insieme  incide profondamente nell’universo giovanile. La referenza scolastica nella lotta al bullismo e al cyberbullismo si è inevitabilmente diluita. Chi è in grado allora di avvicinare i giovanissimi, di offrire strumenti adeguati dinanzi a codici difficili da decifrare e che spesso nascondono o sottendono una violenza inafferrabile? Certo non tutti gli adolescenti sono sbandati e soli fino alla disumanità, ma è vero anche che spesso genitori e insegnanti non riescono a seguirli, né sono inclini a confrontarsi con loro senza giudicarli e senza dettare regole.   Aprire le braccia e trasmettere silenziosamente un messaggio di fiducia, di non avere paura di parlare perché chi li ascolta è lì non per interrompere il dialogo ma per trovare con il loro aiuto  soluzioni risolutive o quanto meno alternative, è uno dei possibili sentieri da seguire.

Paola Benadusi Marzocca

Scuola democratica
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