Discutiamo lo sviluppo della Buona Scuola
Learning4 ha dedicato un ampio dibattito al documento su “La buona scuola” ed ora lo riapre sul disegno di legge delega del governo che dà uno sbocco sul piano normativo al processo avviato da quel documento e proseguito con la consultazione e con le ulteriori elaborazioni ministeriali. Ci attendiamo, come è stato per il dibattito precedente, l’espressione di opinioni diverse, del resto lo scopo del nostro blog è proprio quello di offrire uno spazio al libero e dialettico confronto delle idee, per quanto possibile raccordato ad analisi rigorose ed empiricamente fondate come sono quelle sulle quali è impegnata la nostra rivista, Scuola democratica.
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Articoli sul DDL Buona Scuola pubblicati su Learning4:
Se questa e’ buona scuola di Giorgio Rembado (Presidente ANP Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola) in risposta all’articolo Discutiamo lo sviluppo della Buona Scuola – E’ inevitabile che un Disegno di Legge, fra il momento della prima presentazione e quello della sua definitiva approvazione, vada incontro ad un certo numero di modifiche, anche sostanziali. Tuttavia, nel caso della Buona Scuola, questo processo è stato particolarmente travagliato ed è approdato ad esiti, ad oggi, altamente discutibili, nel metodo e nel merito.
La Buona Scuola. Riapriamo la discussione ? di Fiorella Farinelli (Esperta di sistemi scolastici e formativi) – Perché il piano straordinario di assunzioni si materializzi il prossimo 1 settembre, i lavori parlamentari dovrebbero essere velocissimi, non più di qualche settimana. Ci sono però punti caldi che obbligano alla massima attenzione.
Un Disegno di Legge per far rinascere l’autonomia scolastica di Loredana Leoni (dirigente scolastica) –
Un Disegno di Legge per far rinascere l’autonomia scolastica. Questo potrebbe essere il titolo del processo avviato dalla Buona Scuola e che approderà nei prossimi giorni alla Camera. Un Disegno di Legge che si presenta abbastanza diverso dal documento di partenza: all’inizio molti aspetti apparivano, al di là degli slogan, piuttosto burocratizzati. Un documento ministeriale. L’attuale Disegno di Legge ribalta decisamente l’approccio.
Sulla Riforma di una Scuola, che forse tanto buona non è di Federica Roccisano (Università Cattolica di Milano) – Leggendo il ddl sulla Buona Scuola presentato lo scorso 12 marzo dal Governo Renzi e dalla Ministra Stefania Giannini è difficile nascondere alcune perplessità su punti controversi che rischiano di colpire il tessuto sociale delle aree più deboli e quindi di tutte le regioni meridionali.
La buona scuola è anche apprendistato! di Anna Orsi (Dottoressa in Scienze dei servizi giuridici) –
In Italia, pur essendo sempre stato presente, il contratto di apprendistato non è stato sfruttato al meglio e non ha reso gli effetti tanto attesi e, nello stesso tempo, accertati in altri Stati europei. Oggi il disegno di legge “La Buona Scuola” del Governo Renzi evidenzia un passo avanti per l’istituto, in quanto si incammina verso un sistema di alternanza scuola-lavoro.
Sembra facile parlare di programmazione strategica di Anna Armone (funzionario della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Direttore responsabile della Rivista Trimestrale di Scienza dell’Amministrazione Scolastica) –
L’introduzione del Piano Triennale dell’offerta formativa introduce un elemento di programmazione strategica che già le Amministrazioni Pubbliche utilizzano nella fase successiva alla programmazione economico finanziaria. Per applicare un tale modello della scuola bisogna creare un tessuto connettivo che renda effettivo il controllo da parte del MIUR non solo dal punto di vista finanziario ma anche della coerenza con gli obiettivi ordinamentali da perseguire ex art. 2, comma 3 del ddl.
Stato d’attesa tra prudenza e astuzia di Paolo Ferratini (esperto di sistemi scolastici) –
Se molto poche erano fin dall’inizio le possibilità che il Parlamento potesse varare il ddl scuola in tempo utile per il prossimo a.s., ora possiamo dire con certezza che ciò non avverrà. La scelta di Renzi è invece stata un’altra, frutto, a me sembra, di due considerazioni distinte, dettate l’una dalla prudenza, l’altra dall’astuzia.
Come cambia (o potrebbe cambiare) la funzione del dirigente scolastico? di Ivana Summa (Esperta CIDI)-
Gestire una scuola non coincide tout court con l’amministrarla, bensì con l’organizzare tutte le risorse- quelle disponibili e quelle da acquisire – verso le finalità istituzionali. E’ necessario chiederci se, dopo un quindicennio di autonomia scolastica, non sia giunta finalmente l’ora di cambiare rotta a cominciare proprio dai capi d’istituto. Proviamo allora ad analizzare i riferimenti normativi esistenti e poi quelli contenuti nel ddl citato. Possiamo trasformare le fattezze del capo d’istituto ma se davvero vogliamo che sia in grado di agire in modo efficace è necessario un coerente quadro di sistema.
Buona scuola: ma qualcuno ha pensato alla sua fattibilità? di Giorgio Allulli (esperto della Rete Europea EQAVET) –
La scuola è un sistema molto complesso, ed allora ogni innovazione va introdotta pensando alla percorribilità, ed ai possibili effetti che produce sulle diverse componenti del sistema. In questo caso non mi sembra che questo sia stato fatto.Gli interrogativi sono tanti; ci limitiamo a ricordare i principali.
Quale insegnante occorre per i giovani di oggi? di Giunio Luzzatto e Alessandro Cavalli –
La questione degli insegnanti non può essere affrontata limitandosi, come avviene nel Disegno di legge, al solo tema della loro “formazione” (sia iniziale, sia in servizio o permanente): infatti, per un qualunque professionista la corretta definizione delle caratteristiche necessarie alla sua formazione deriva innanzitutto da una precisa individuazione del suo profilo professionale. Sono indispensabili competenze “trasversali” per gli insegnanti di tutte le discipline, competenze che devono aggiungersi alle competenze relative alla “materia” e alla didattica specifica della materia stessa, non sostituirle.
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