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Disegnare la classe del futuro

Disegnare la classe del futuro

di Raffaella Di Masi (redazione Learning4)

iTEC, uno dei progetti coordinati da European Schoolnet (Eun) e sviluppati nelle scuole di tutta Europa, è giunto alla sua conclusione. Martedì 27 maggio, a Bruxelles, si è svolta la conferenza conclusiva che ha consentito di tirare le fila del discorso sul concetto di “classe del futuro” e di innovazione didattica.

Alcune informazioni. iTEC è un progetto disegnato e sviluppato da Eun, il network di 30 ministeri dell’istruzione, finanziato principalmente dalla Commissione Europea e la cui anima è racchiusa in due obiettivi: costruire la classe del futuro – il Future Classroom Lab – e approfondire e sviluppare l’uso delle tecnologie come veicolo di innovazione didattica. Eduardo Marçal Grillo, Chair di iTEC, nel suo discorso iniziale ha evidenziato quanto il ruolo delle tecnologie sia diventato importante nella nostra vita e, inoltre, che la sfida che ci pone la società contemporanea è quella di sviluppare nuove competenze, come l’aspetto collaborativo e la comunicazione. In questo contesto è fondamentale che gli insegnanti siano sempre più formati e competenti.

In quattro anni, iTEC ha coinvolto, in modo diverso, 27 paesi del Vecchio Continente. 2400 sono state le classi sperimentali in 19 paesi. Il progetto è stato valutato passo dopo passo e i risultati sono sorprendenti: iTEC ha avuto un impatto positivo sia sugli studenti che sugli insegnanti. L’82 % dei ragazzi si è sentito più coinvolto e ha sviluppato un apprendimento più attivo e indipendente; 89% ha dichiarato di esprimersi meglio; per il 90%, inoltre, iTEC è stata l’occasione di lavorare sul lavoro di gruppo e sulla propria creatività. Per gli insegnanti gli aspetti positivi sono consistiti soprattutto sull’incentivare l’apprendimento individuale dei ragazzi (il 75%), sullo sviluppare nuove pratiche pedagogiche (il 73%) e sullo sviluppare la conoscenza delle ICT (il 75%) e l’uso delle ICT come metodologia didattica (l’80%).

Non possiamo non sottolineare che il concetto di “Classe del Futuro” si è concentrato sia sull’implementazione diretta in classe, sia sulla formazione per gli insegnanti. Infatti sono diversi gli strumenti che Eun ha messo a disposizione dei docenti europei: nel corso del progetto sono stati organizzati una serie di corsi di formazione e sono state create alcune risorse direttamente utilizzabili in classe (i toolkit, come “Edukata” ed “Eduvista”). Inoltre, da qualche mese Eun ha aperto un’accademia online che propone formazione gratuita su diverse tematiche (http://www.europeanschoolnetacademy.eu/).

Martedì non sono mancate le voci, e le esperienze, degli insegnanti. Kerry Shoebridge, docente inglese di educazione fisica e “ambasciatrice” di iTEC, ha coinvolto gli studenti nella creazione di un nuovo “gioco”. Kerry, che inizialmente non sapeva come introdurre le tecnologie nella sua lezione, è riuscita a coinvolgere i ragazzi nella costruzione di un progetto loro. L’integrazione delle tecnologie secondo una metodologia pedagogica appropriata, ma anche la rilevanza della relazione tra insegnanti e ragazzi sono stati i due elementi presi in considerazione da Sven Olaf Brekke, preside della scuola superiore di Odda (in Norvegia). Sven si è soffermato soprattutto sul secondo aspetto, sottolineando quanto sia importante che la scuola sia “calda” in tema di relazioni umane e quanto importante sia il ruolo dei dispositivi “moderni” in questo senso. Un esempio? Sven ha mostrato un video. Gli insegnanti della scuola di Odda che suonavano ai propri studenti “Should I stay or should I go” dei Clash, utilizzando un videogioco. Ragazzi e docenti sembravano divertiti e rilassati, esempio di una scuola davvero un po’ più calda.

Scuola e tecnologie. Quale futuro? Possiamo rispondere con la nota affermazione di Henry Ford: “Se avessi chiesto alla gente cosa avesse voluto, mi avrebbero risposto cavalli più veloci”

Scuola democratica
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