Storie. “Enola Holmes- Il Caso del marchese scomparso” di Nancy Springer
A cura di Paola Benadusi Marzocca (esperta di editoria per ragazzi)
All’inizio del movimento femminista parecchie giovani donne, le più intelligenti e ribelli, uscirono dalla penombra di millenni desiderose di provare le loro ali e rimasero abbacinate dalla luce del sole. La maggior parte andarono di filato a unirsi al Sabba delle streghe. Cosa altro potevano fare? In un mondo costruito magnificamente dalla forza degli uomini si sentirono a disagio e fuori posto; si misero perciò a cavallo di una scopa per volarsene via. L’idea della scrittrice americana Nancy Springer di inventare la sorellina di Sherlok Holmes, Enola, nome che leggendolo all’incontrario vuol dire Sola, è vincente, tanto più se dalla serie dei sei volumi già scritti, di cui il primo è stato pubblicato recentemente da De Agostini con il titolo ENOLA HOLMES- IL CASO DEL MARCHESE SCOMPARSO ( trad. Sara Mazzucci, pp.222, € 14,90), viene fuori una fiction su Netflix. Nell’adeguamento sempre maggiore del costume femminile a quello maschile, Enola si rivela un fenomeno tale e quale il fratello SherlocK, entrato nell’immaginario come il più geniale e invincibile detective nella lotta al crimine. Ancora oggi è bene sottolineare, giungono lettere al famoso indirizzo londinese 221 B di Baker Street, condiviso da Holmes con l’indimenticabile dottor Watson. Ma torniamo alla nostra nuova eroina. Riuscirà a risolvere brillantemente il tentativo di rapimento di un giovane marchese, rivelando un temperamento impavido e coraggioso nello scenario di una Londra brumosa nel pieno fulgore della potenza dell’impero inglese. Non solo, malgrado che la madre l’abbia lasciata sola nella magnifica e decadente villa vittoriana proprio il giorno del suo quattordicesimo compleanno, dopo un primo momento di insicurezza e fragilità, riesce a cavarsela egregiamente ingannando sia la servitù che i fratelli. Prima di sparire misteriosamente, da un giorno all’altro, la mamma che è anche una suffragetta all’insaputa della sua bambina, ha nascosto molto denaro riservato alla figlia nei posti più incredibili contando sulla capacità di Enola di decifrare messaggi cifrati, davvero complicati, da caccia al tesoro. Così la giovinetta, addestrata fin da piccola dalla madre nelle arti marziali, e per di più dotata di capacità intellettuali oltre che logiche fuori del comune, riesce a cavarsela da sola sfuggendo dalle grinfie del fratello maggiore, Mycroft. Quest’ultimo incarna invece il tipico gentiluomo dell’epoca vittoriana, ovviamente detestato dalla madre quanto dalla sorella più piccola di cui per legge risultando la madre scomparsa, è divenuto tutore nonché erede di tutto il patrimonio. E dire che la regina Vittoria fu davvero una donna che seppe esercitare sulla corte e sul popolo inglese una specie di magnetismo in virtù del quale tutto si trasformava assumendo la sua impronta, da vera femminista quale era. E forse le suffragette inglese tra cui si annovera la mamma di Enola, qualcosa le dovevano, quantomeno la spinta a ribellarsi alle consuetudini del tempo con vigore inaspettato organizzando cortei e parate di ogni tipo, talvolta ricorrendo a gesti drammatici e violenti.
Fatto sta che se il futuro non si può prevedere e il destino non si può contrastare soprattutto nei romanzi, tutto fa pensare che Enola Holmes non potrà che essere secondo il nuovo stereotipo vincente dell’iconografia delle bambine ribelli, una single, felice e contenta di esserlo. Meglio sole che soggiacere ai compromessi dell’amore. A ognuno i suoi sogni!