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I temi delle Relazioni dei Rettori

I temi delle Relazioni dei Rettori

di Giunio Luzzatto

Le Relazioni dei Rettori, proprio perché era stato loro chiesto di precisare le opzioni in qualche modo caratterizzanti per ogni Ateneo, hanno toccato approfonditamente tematiche spesso tra loro piuttosto differenziate: ogni tentativo di sintetizzarne i contenuti farebbe perdere la specificità di molti riferimenti. Per non disperdere l’utilità del lavoro svolto c’è da augurarsi che al più presto esse vengano rese disponibili, insieme ai materiali conclusivi del Convegno (Risultati dei Tavoli di lavoro).

Il presente contributo non vuole costituire perciò una tale (impossibile, e comunque inopportuna) sintesi, bensì la mera presentazione, in termini piuttosto schematici, dei temi emergenti dalle Relazioni e spesso ricorrenti nelle stesse; ciò consente di cogliere il senso delle questioni sulle quali il Convegno ha discusso. In qualche caso, vengono riportati esempi di strumenti o di considerazioni critiche, che sono stati descritti nella Relazione citata.

E’ utile una considerazione preliminare: nonostante le differenziazioni e le proprie specificità che tutte le Relazioni sottolineano, la “Idea di università” (Politecnici a parte) è sempre generalista, con una unica eccezione: Brescia, che punta decisamente a una precisa caratterizzazione “tematica”, sulla quale mira a raccogliere la varietà di competenze disciplinari presenti nei Dipartimenti.

I principali temi esaminati

  • Rapporti con la realtà territoriale – Il tema ritorna con insistenza, spesso con precisazioni, articolazioni o connotazioni specifiche. Tra queste:

  • L’Ateneo come fulcro di una Città universitaria: ovviamente, ciò viene segnalato in località di medie dimensioni, cioè non “metropolitane” (nel caso di Camerino, città di dimensioni modeste, si punta alla Città diffusa).

  • La presenza di strumenti organizzativi permanenti (“Tavoli”, “Consulte”), per rendere sistematico il dialogo, prevalentemente a livello regionale.

  • Il coinvolgimento degli interlocutori territoriali nella definizione di linee di azione (“Progetti strategici”, o simili) sulle quali l’Ateneo sceglie di intervenire in termini prioritari.

  • Coordinamento interuniversitario a livello regionale – Sono presenti alcuni esempi. Lecce cita la presenza di Corsi di Studio Interateneo; Udine segnala la partecipazione di Enti di Ricerca, oltre che di Atenei; Camerino fa presente che una valida impostazione programmatica ha incontrato difficoltà per un insufficiente appoggio esterno (MIUR, CINECA).

  • Costruzione di Progetti strategici su tematiche scientifiche – Le procedure, dettagliatamente descritte nella Relazione di Brescia, con le quali tale Università ha costruito le modalità di intervento multidisciplinare sul proprio obiettivo (la salute e il benessere delle persone nell’ambiente) sembrano un esempio pienamente, e opportunamente, utilizzabile anche quando i Progetti sui quali punta un Ateneo non siano riconducibili a un solo ambito omogeneo.

  • Attenzione agli aspetti interdisciplinari sia nella ricerca sia nella didattica – L’esigenza viene spesso sottolineata. Uno strumento interessante sembra essere il Santa Chiara Lab dell’Università di Siena.

  • Rapporto tra risultati scientifici e innovazione nel sistema economicoproduttivo – Una impostazione organica del tema, inclusa l’esigenza di superare il limite troppo angusto dei meri “Uffici per il Trasferimento Tecnologico”, si trova nelle Relazioni di Milano Bicocca e di Udine.

  • Rapporti con il sistema scolastico – Mentre tutte le Relazioni fanno riferimento a tematiche quale l’Orientamento in ingresso, solo Udine cita un organico strumento di raccordo Università/Scuola.

  • Criteri di allocazione delle risorse – Il tema, che pure è ovviamente cruciale per far sì che le “strategie” trovino effettiva attuazione, non è molto presente nelle Relazioni. Si segnalano comunque: a Milano Bicocca, l’attribuzione di una quota del 30%, nei parametri per l’assegnazione dei Punti Organico, alla valutazione dei concreti risultati nella Didattica; a Siena, la sistematica considerazione, in funzione “premiale”, dell’apporto che ogni struttura fornisce all’attuazione dei Progetti strategici dell’Ateneo.

Scuola democratica
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