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Il nodo delle assunzioni GAE. Un boomerang per la Buona Scuola?

Il nodo delle assunzioni GAE. Un boomerang per la Buona Scuola?

di Fiorella Farinelli (Esperta di sistemi scolastici e formativi)

Al 27 febbraio, data prevista per il decollo dei provvedimenti attuativi della “Buona Scuola”, manca ormai pochissimo tempo, ma la lunga cavalcata di consultazioni, convegni e incontri non sembra affatto avere sciolto tutti i nodi.

In primo piano, quelli relativi all’immissione in ruolo in un colpo solo di tutti gli iscritti alle cosiddette GAE. Decisione di grande impatto mediatico e politico ma – non era difficile prevederlo – di assai ardua fattibilità. Se da un lato, infatti, ci sono evidenti contraddizioni ( e rischi di contenzioso ) in un’operazione che dovesse lasciar fuori dalla stabilizzazione i precari “autentici” delle graduatorie di istituto (mentre, come noto, una parte consistente dei beneficiati GAE non appartiene, in senso tecnico, alla realtà del precariato), dall’altro ci sono le difficoltà derivanti dall’ ostinata adozione di una logica ribaltata rispetto a quella del buon senso. Perché non c’è dubbio che, in un mondo normale, il personale si assume per coprire esigenze oggettive e ben definite, mentre appartiene invece alle distorsioni della politica che la sua assunzione sia il prius e che le esigenze vengano ritagliate ad hoc, con tutte le forzature e le approssimazioni che si sia capaci di inventare. Tanto più che, in questo caso, gli addensamenti territoriali e, per quel che riguarda la secondaria, delle classi di concorso, non aiutano affatto. Tra i molti paradossi della vicenda, su cui in questi ultimi giorni grandinano anche le immancabili complicazioni giurisprudenziali, occorre segnalare il curioso ritardo con cui importanti esponenti politici della maggioranza governativa hanno scoperto dettagli tutt’altro che irrilevanti –ma arcinoti a qualsiasi sherpa appena attento ai problemi della scuola – per esempio che tra gli iscritti alle GAE non c’è un numero di insegnanti di matematica sufficiente a coprire i posti vacanti, e che quindi bisognerà inevitabilmente ricorrere ai supplenti delle graduatorie di istituto, gli stessi che al momento sembrerebbero esclusi dalla stabilizzazione . Oppure che una parte dei beneficati non risulta avere mai insegnato nella scuola pubblica negli ultimi anni, e che quindi bisognerebbe procedere a qualche forma di verifica delle loro competenze professionali, e forse anche a dosi massicce di formazione ( per cui però, al momento, non ci sono né programmi né risorse ).Un vero thrilling.

In attesa di razionali soluzioni, è di notevole interesse lo studio della Fondazione Agnelli, anticipato il 16 febbraio da Gianna Fregonara sul Corriere della Sera, secondo cui l’ingresso dei 140.000 delle GAE potrebbe essere “un boomerang per la scuola” (v. focus FGA ).

Scuola democratica
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