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“La guerra di Catherine” di Julia Billet-Claire Fauvel

“LA GUERRA DI CATHERINE” di Julia Billet-Claire Fauvel

di Paola Benadusi Marzocca (esperta di editoria per bambini e ragazzi)

Può lo scatto di una macchina fotografica fermare il tempo? Catturare le immagini della vita quotidiana, fissare nei volti delle persone espressioni e sentimenti altrimenti irraggiungibili? Una porta che si chiude e si apre, simile a una sottile parete che scompare e riappare, a momenti, per rivelare apparenze che già forse preesistono in un mondo parallelo. Una splendida graphic novel, LA GUERRA DI CATHERINE (Julia Billet-Claire Fauvel, Mondadori, trad. Elena Orlandi, pp.158, € 18,00), ispirata a fatti reali e a personaggi davvero esistiti. Racconta attraverso immagini che superano i limiti del fumetto in una sequenza di fotografie disegnate e arricchite dalla fantasia e dalla vivacità della scrittura, la storia di Rachel, una giovanissima studentessa ebrea che frequenta la Maison de Sévres. E’ qui che comincerà la passione di Rachel per la fotografia e la fine della sua infanzia. In questa scuola ancora oggi ritenuta pioniera di una pedagogia sperimentale, rivoluzionaria in quanto dava fin da allora molta autonomia agli alunni nella gestione delle lezioni e nella scelta delle attività extrascolastiche nel rispetto di regole ineludibili, Rachel cambierà nome per essere nascosta e salvata, come tanti altri bambini ebrei con l’aiuto dell’OSE che non saranno tutti fortunati come lei. L’essere a contatto con la storia, la consapevolezza della separazione dai genitori non assume mai accenti convenzionali in questo speciale romanzo disegnato che quando si comincia a leggere non si può che finire. In fondo Rachel, divenuta con falso nome Catherine, per sfuggire alla cattura dei nazisti, con l’aiuto della sua macchina fotografica non subisce in tutta la sua veemenza, come invece altri, la pressione drammatica di questa oscena persecuzione.

E tra gli stessi tedeschi ci sarà qualcuno che l’aiuterà. Forse la spensieratezza e la forza della giovane età aiutano la ragazzina a non comprendere fino in fondo la crudeltà di questa guerra che colpisce senza esitazione e senza senso persone innocenti. Così suo malgrado diventa consapevole e ignara testimone attraverso gli scatti della sua magnifica Rolleifleux di una tragedia immane.

Come scrive l’autrice, la avventurosa drammatica e vicenda di Rachel “ci ricorda che anche quando i lupi urlano la morte, le donne e gli uomini rimangono fedeli all’umanità.” Sorvolando sui lupi, certo assai meno feroci della loro fama, più che mai gli adulti hanno il dovere di raccontare ai bambini, ai ragazzi, a tutti la storia dell’uomo anche negli aspetti più mostruosi, come sottolinea Andrea Molesini riprendendo un verso di Paul Celan, NERO LATTE DELL’ALBA…per dare il titolo ad suo vecchio e intenso saggio (Mondadori) su questo argomento. Purtroppo c’è una grande attualità dell’ Olocausto, in qualche modo, come scrive Molesini, “continua a serpeggiare, come un mostro segreto e terribile, nelle pieghe della nostra società, e si presenta con la sua faccia oscura, che si può forse ignorare ma non cancellare, e che una volta di più ci impone il dovere della consapevolezza e della memoria.”

Per un bambino imparare a orientarsi nella ricerca delle parole e dei significati non è facile, tanto meno comprendere i comportamenti e le azioni degli adulti. Shoah, uragano devastante, significò durante la seconda guerra mondiale sterminio degli ebrei e il 27 gennaio di ogni anno è stato dichiarato dalle Nazioni Unite “Il giorno della memoria” per non dimenticare la più grande tragedia del secolo scorso, il giorno dell’entrata delle truppe dell’Armata Rossa nel campo di concentramento ad Auschwitz in Polonia.

Scuola democratica
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