Scuola e lavoro riconciliati? L’alternanza possibile nei Licei economico-sociali
di Aldo Tropea (coordinatore rete lombarda ASL-IFS)
Per iniziativa della Rete Nazionale dei licei che offrono l’opzione economico-sociale , si è svolto il 2-3 aprile, presso la sede ISTUD di Baveno, un seminario sulle esperienze di alternanza scuola-lavoro in tale ambito.
Platea al completo di tutte le rappresentanze regionali, parterre ricco di contributi da parte delle aziende più avanzate e dei settori del MIUR più interessati allo sviluppo di progetti europei di collaborazione tra mondo della formazione e settori d’avanguardia della comunicazione e della ricerca. Inaugurato dai Direttori Generali degli USR Lombardia e Piemonte De Sanctis e Pupazzoni, il Seminario non ha solo avuto il valore di un incontro tra gli insegnanti più impegnati in una ipotesi formativa che, nata tra mille ingiustificate prudenze, lentamente sta conquistando fasce crescenti di utenza, ma ha ribadito il senso di un curricolo che non ha nulla a che vedere con il tradizionale impianto pedagogico del vecchio istituto magistrale e punta invece alla comprensione della realtà sociale ed economica con un impianto scientifico capace di dar conto dell’universo aziendale sia dal punto di vista organizzativo, sia dal punto di vista delle relazioni umane.
Come ha ben argomentato l’Associazione dei docenti di economia, insomma, le competenze dichiarate del profilo in uscita del LES impongono un rapporto costante e diretto con il mondo dell’economia e del lavoro, facendo di questo indirizzo un ambito privilegiato di rapporto con il territorio.
Posta così la questione, è evidente che l’ ispirazione dell’esperienza d’alternanza così come delineata nella legge 53/2003 e nel DM 77/2005 è del tutto coerente con quella del LES, nel tentativo di avvicinare la scuola all’impresa, di superare gli aspetti di addestramento e valorizzare gli aspetti trasversali e polivalenti della professionalità, cioè la sua valenza culturale (capacità critico-metodologiche, imprenditorialità).
Il rapporto diretto e concreto con l’esperienza lavorativa, inteso come capacità di analizzare l’ ambiente di lavoro nelle sue strutture e nelle sue relazioni, oltre che come acquisizione di competenze tecniche, rappresenta quindi un elemento essenziale del percorso formativo dello studente LES, che in alternanza allarga il proprio orizzonte intellettuale e acquisisce le competenze chiave previste dai documenti europei nell’incontro con i “giacimenti culturali” costituiti dal mondo delle imprese e del lavoro.
Semmai, da più parti è stato fatto rilevare come proprio nelle scuole a carattere “vocazionale” stia emergendo con chiarezza l’insufficienza dell’attuale normativa a garantire un periodo di lavoro sufficientemente esteso per consentire l’acquisizione di competenze reali. I dati del monitoraggio Indire rivelano infatti che nei percorsi a sviluppo poliennale la durata media dello stage è inferiore a 100 ore e il rapporto Mc Kinsey mette impietosamente in luce lo scarto che ci separa in questo senso dagli altri paesi europei.
Molto interessante, da questo punto di vista, l’anticipazione con cui il Direttore Fiorella Palumbo ha concluso il convegno, circa il prossimo avvio in alcuni trienni degli istituti professionali di tirocini di più lunga durata di tipo “duale” che prevedono la stipula di veri e propri contratti di lavoro.
Un ultimo elemento cui è stata data rilevanza è stato quello della proiezione verso l’internazionalizzazione del curricolo. Anche su questo punto i dati del monitoraggio INDIRE ( che purtroppo però ancora non distinguono i LES dalle altre tipologie di Liceo) dicono che solo il 4% dei percorsi di alternanza realizzati prevedono rapporti con l’estero. Le relazioni della prima giornata hanno presentato alcune interessanti ipotesi di partenariato strategico, tra cui il “nuovo” Erasmus ( che però ha un po’ spaventato per il solito eccesso burocratico della modulistica), ma è evidente che su questa strada bisogna andare ancora molto avanti se si vuole vincere una scommessa decisiva.
Molto suggestive alcune proposte presentate dai ricercatori ISTUD e dai dirigenti delle risorse umane della Bayer e della Bosh, ed egualmente le testimonianze sulle modalità di progettazione, di rilevazione e certificazione delle competenze proposte dall’USR e dalla Rete Lombarda ASL-IFS ed adottate nelle scuole più direttamente coinvolte nei percorsi di alternanza, come il “Tosi” di Busto Arsizio e il “Frisi” di Milano. La questione della scelta degli indicatori, dell’utilizzo di strumenti di osservazione differenziati e del “peso” dell’esperienza di alternanza nella valutazione finale si conferma infatti come il punto nodale di quella “laboratorietà” a piene mani raccomandata dalle Linee-guida del riordino.
E che purtroppo – punto dolentissimo – non trova però ad oggi alcun riscontro nelle modalità di svolgimento degli esami di stato. Ma non si può da un lato invitare gli insegnanti a rovesciare vecchi punti di vista e a partire nella didattica dagli esiti di apprendimento attesi e dall’altro non cambiare la struttura delle prove conclusive.
Su questo il Direttore Palumbo – così come Paolo Corbucci , dirigente scolastico distaccato al MIUR – sono stati molto prudenti perché sanno bene quanto minato sia questo terreno e pensano di agire sulle ordinanze, senza toccare le norme di legge: ma tutti, proprio tutti i convenuti, sanno che questo è il punto decisivo se si vuole dar fiato ai progetti di innovazione.
Così come – bisogna aggiungere – quello di riconoscere il ruolo e il lavoro di quei bravi docenti che nelle scuole italiane permettono ancora di realizzare concretamente l’innovazione.
Ma questo è un altro discorso…Quello di oggi non può non chiudersi invece con la constatazione di quanto importanti siano le sinergie che si costruiscono in una rete ben funzionante, anche al di là della riuscita egregia di un convegno come quello organizzato dal Dirigente del Frisi e di quanto essenziale dar loro continuità e strutture, senza tacere i problemi e valorizzando gli strumenti costruiti nel lavoro quotidiano di insegnanti e dirigenti.