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Tre dee alla scuola media

Tre dee alla scuola media

Libro di Lia Celi

– Recensione a cura di Paola Benadusi Marzocca (esperta di editoria per bambini e ragazzi) –

Se è vero che al principio erano gli dei, forse possono ancora oggi cambiare un po’ il nostro mondo. Lia Celi parte dalla antica Grecia scrivendo un romanzo ricco di spunti e interrogativi per gli adolescenti senza dare lezioni, divertendo e suscitando curiosità. Il suo romanzo, TRE DEE ALLA SCUOLA MEDIA (Il Battello a Vapore, ill. Giulia Sagramola, pp.364, € 15,00), introduce al mito e non è impresa da poco. Un fantastico viaggio nel tempo per rendere Afrodite, Atena e Artemide, le “celeb” più in vista dell’ Olimpo, compagne di scuola di ragazzi dei nostri tempi. I miti greci colpiscono fin dall’ infanzia perché sono grandi storie da cui, chi ha la fortuna di conoscerle, può trarne impressioni di forte impatto sulla natura, il potere e lo slancio della vita umana, ed anche sull’ enigmatico destino degli esseri viventi. Tutte le passioni che animano il mondo vi sono racchiuse: amore e odio, forza e debolezza, ingenuità e furbizia, lealtà e doppiezza, debolezza e coraggio. Da quei racconti intrigati e a volte oscuri trassero ispirazione tante storie raccontate e scritte nel corso dei secoli, anche se in essi non c’ era un disegno preciso e logico, bensì un modo fantastico di rappresentare l’ inizio della vita e l’universo intero. Rispondevano insomma agli eterni, immutabili interrogativi riguardanti l’ origine della nostra specie: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo? Lia Celi dà alla sua narrazione una sequenza realistica partendo da un punto qualsiasi, ovvero la collera di Zeus verso le dee più giovani e testarde dell’ Olimpo per il loro comportamento privo di cautela e attenzione verso gli umani. Indubbiamente ammirevoli ragazze, ma imprudenti e impulsive. Se non avessero cambiato atteggiamento, si preoccupava il re degli dei, sarebbe venuto prima o poi un giorno in cui sarebbero state relegate insieme a tutti gli altri dei dell’ Olimpo in un interessante museo di archeologia, dove gli umani sarebbero andati ad ammirare gli splendidi resti di una civiltà scomparsa! Inutile sottolineare che puntualmente ciò si è verificato. Ma torniamo al romanzo. Al terribile nonno Crono spetta infliggere la punizione alle tre nipoti ribelli. E qual’ è la punizione più dura ed efficace che può dare? Inviarle nel mondo attuale, in particolare in una qualsiasi scuola media. Non c’ è niente di peggio. Le tre dee si trovano catapultate in un vero e proprio inferno: bullismo, mancanza di disciplina, guerre psicologiche da fare rabbrividire oltre che gli adulti, gli dei immortali. Ma c’è una figura determinante che riesce lentamente a capire qualcosa e a darsi da fare; ed è la malcapitata professoressa di storia greca che per un qualche inspiegabile motivo deve ospitare le tre giovanette, che momentaneamente hanno perso il dono dell’ immortalità, a casa sua. E, a questo punto, appare la figura del poeta dei poeti, il sommo Omero, l’ unico che abbia potuto attraversare indenne i secoli, l’ “Epica master O”, accompagnato dallo spelacchiato cane di Ulisse.

L’ Olimpo è preoccupato. “Senza l’ amore, la sapienza e il rispetto per la natura, l’ umanità è affondata nella barbarie e nel caos…”. Che fare? Se il filo della sorte delle tra dee resiste, come dice la moira Lachesi, filatrice di ogni destino, quale sarà quello degli umani ?

Scuola democratica
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