IL SOGNO DI UN’ ALTRA SCUOLA – DON LORENZO MILANI RACCONTATO AI RAGAZZI
di Eraldo Affinati
Recensione di Paola Benadusi Marzocca (Esperta di editoria per ragazzi)
Don Lorenzo Milani non era un maestro severo, ma un maestro vero, di quelli che non si dimenticano più. IL SOGNO DI UN’ ALTRA SCUOLA – DON LORENZO MILANI RACCONTATO AI RAGAZZI dello scrittore e insegnante Eraldo Affinati (Il Battello a vapore, Piemme, pp.279, € 15,50) racconta con semplicità e intelligenza la vita di questo sognatore e sacerdote facendo intervenire sei scolari di diversa origine. “Questi scolari, scrive, oltre ad avere mostrato grande interesse per don Lorenzo Milani, mi hanno aiutato a scrivere il testo: se non ci fossero stati loro, il libro non sarebbe così, al punto che li considero coautori, proprio come pensava il priore di Barbiana dei suoi studenti quando li guidò nella composizione di LETTERA A UNA PROFESSORESSA.”
Don Lorenzo Milani morì giovane a 44 anni di una malattia incurabile nel 1967. Era nato ricco a Firenze secondo di tre fratelli e già da piccolo era un ribelle: non ammetteva che i suoi amici contadini non potessero mangiare “pane, burro e marmellata come facevano lui, Adriano e Elena” i suoi fratelli. Non voleva essere il “signorino”.
“Avrebbe voluto che le sue cose potessero essere a disposizione anche degli altri. Che gusto c’è a tenersi tutto per sé?”
La divisione in classi nell’epoca in cui viveva da bambino Lorenzo era un dato accettato e indiscusso. Prevaleva un sistema di valori ben preciso e non era facile individuare una via diversa come già da allora cercava Lorenzo. Soprattutto nella scuola. Era una scuola selettiva, come scriveva Don Lorenzo, più simile a un tribunale che a una scuola espressione di un periodo, gli anni sessanta, anni luce lontano dal nostro. “Don Lorenzo Milani, scrive l’autore, sentiva di dover risarcire i ragazzi poveri dandogli ciò che lui aveva avuto per diritto di nascita e loro non potevano neppure immaginare: istruzione e benessere.”
Nelle sue “Esperienze Pastorali” degli anni trascorsi a San Donato di Calenzano, Don Milani sottolinea che “la scuola è il tempo della vita”, ovvero non deve essere avulsa dalla realtà quotidiana e soprattutto era profondamente convinto che facendo scuola agli operai e contadini era lui l’allievo e non il maestro. Una visione di condivisione e umiltà simile a quella di papa Francesco all’interno della Chiesa. Non a caso Don Lorenzo era un prete che credeva appassionatamente nella sua scelta. La sua proposta era quella di una scuola nuova dove era proibito bocciare nella scuola dell’obbligo quelli che sembravano cretini, svogliati, incapaci, ma dovevano invece essere spronati dall’insegnante nella ricerca di una qualche loro abilità e stimolati verso uno scopo che desse senso all’apprendimento. “Alle magistrali bocciate pure ma…”. I bocciati Don Lorenzo li chiamava i “persi” perché le parole sono sue la scuola tradizionale “E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati”.
“Se la maestra muore di voglia di bocciare potrebbe sfogarsi sui figlioli dei ricchi”: questa è un’altra sua celebre frase. Da questo concetto nasce tutto il suo pensiero.
Altri tempi dinanzi alla situazione attuale dove gli insegnanti sono spesso isolati, gli studenti studiano sempre meno e i genitori si sono anche troppo organizzati. I vari tentativi di riforma scolastica malgrado l’impegno dei vari ministri verso ideali di democrazia e progresso, nel complesso sembrano in gran parte falliti. Resta l’obbiettivo di mettere al centro i ragazzi con la loro individualità e diritti, ma sottolineando con decisione i doveri. E cercando soprattutto di fornire gli strumenti necessari per sapersi esprimere e per promuovere autocritica e critica costruttiva.