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“La scuola, le api e le formiche. Come salvare l’educazione dalle ossessioni normative” di Walter Tocci

Recensione. “La scuola, le api e le formiche. Come salvare l’educazione dalle ossessioni normative” di Walter Tocci

a cura di Fiorella Farinelli  (Esperta di sistemi scolastici e formativi)

Nella sua attività parlamentare il senatore Walter Tocci si è occupato intensamente di università e di ricerca, ma il suo ultimo libro è dedicato invece alla scuola (La scuola, le api e le formiche. Come salvare l’educazione dalle ossessioni normative, Donzelli 2015 ) . Alle tante formiche operose che, curando “la buona vita in comune”, ne fanno talora un luogo straordinariamente innovativo ( mentre non sembrano esserci, in questa fase, le api capaci di “scrutare curiose nuovi paesaggi per arricchire gli alveari”). La scuola e la politica, dunque. Un mondo tutto sommato vitale da un lato, e la “riforma mancata”, le “ossessioni normative”, le decisioni “non generative” dall’altro. In apertura, il tagliente richiamo al ” Ciò che è bello non è nuovo e ciò che è nuovo non è bello” con cui Gioacchino Rossini liquidò il giovane compositore che gli sottoponeva il suo ultimo spartito, “un giudizio che si attaglia alla legge della Buona Scuola”. Scorrendo il testo, si direbbe che i contenuti e lo stile di discussione della legge 107, se ha provocato in Tocci una quantità di inquietudini sul futuro dell’educazione scolastica, ha anche suscitato o confermato serie contrarietà sulla qualità dell’agire politico attuale. Anche il lungo elenco, in premessa, delle persone di cui ha cercato i pareri, sembra alludere al bisogno di pensieri e di azioni elaborate in modo più condiviso, un patrimonio sgretolatosi negli ultimi anni – e tanto più a fronte di una “buona scuola” che, a dispetto dell’iniziale annuncio della consultazione dell’universomondo, è stata invece elaborata,modificata,accompagnata da opportunistiche forzature politiche, sempre e comunque decise in cerchie ristrettissime, e in stanze pressoché inarrivabili.

E’ certo, però, che l’interesse del libro non si riduce all’analisi impietosa della forma e della sostanza di un provvedimento che smentisce per più versi l’ambizione delle parole che lo intitolano,”riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione”. Tocci non ha, per formazione ed esperienza specifica, l’approccio modernizzatore capace di mettere a fuoco i più importanti nodi organizzativi e ordinamentali ignorati o sottovalutati dalla legge: dalle dotazioni professionali della scuola dell’autonomia alle nuove carriere dei docenti, dalla revisione dei curricoli a uno sviluppo coerente di un assetto binario del secondo ciclo, da una nuova governance del sistema ai temi della valutazione. E poi gli orari, le flessibilità dei calendari scolastici, la diversificazione delle figure professionali. Glielo impedisce, forse, l’appartenenza a una parte della sinistra politica che porta specifiche responsabilità nei tanti guasti della scuola italiana, nonché la vicinanza ad un’opposizione anche sindacale che, nel caso della Buona Scuola, è stata capace solo di proposte conservative e, in alcuni casi, addirittura peggiorative rispetto alla sua prima impostazione. Ma il senatore Tocci ne ha imparato abbastanza, nei lunghi mesi di discussione della Buona Scuola, per avvertire e poter segnalare con pungente e spesso godibile acume che, sotto l’ossessiva retorica del nuovo che avanza, c’è in verità nella 107 una pesante continuità di fondo sia con una politica scolastica intesa soprattutto come aumento degli organici – che del resto è stata per lustri il vero collante tra destre e sinistre scolastiche – sia con l’illusione che bastino nuove norme, meglio se puntigliosamente dettagliate, per risolvere gli ostacoli culturali, i limiti professionali, le asimmetrie tra i diversi livelli istituzionali, le tante e diverse complessità che stanno sotto e attorno alla crisi, evidente e accertata, del sistema scolastico italiano. Non solo. Sono colte con assoluta chiarezza le pericolose ambiguità di un’interpretazione dell’autonomia scolastica cui si affida ogni tipo di competenze e di responsabilità pur nella replica di uno statalismo centralistico che pretende di governare da viale Trastevere centinaia di migliaia di insegnanti ed altro personale operante in migliaia di scuole diverse. Col risultato di una visione di un’autonomia scolastica che non è quella – “funzionale” – della norma istitutiva, ma piuttosto una sorta di “rosario delle buone pratiche”, priva di priorità e di organicità, quasi un’autonomia à la carte.

Sullo sfondo, e ancora di più nell’ultimo capitolo dedicato alle possibili, e invece mancate, “decisioni generative”, quelle che in diversi passaggi della storia politica della scuola italiana hanno aperto la strada a nuove culture e pratiche educative, l’elenco incisivo e calzante dei tanti elementi cruciali che nella 107 non ci sono o che, per tanti e diversi motivi, sono stati smarriti o rimossi nel corso del lungo iter di approvazione. Perché “quello che non c’è”, per dirla con Tullio De Mauro, può rivelare la verità meglio di quello che c’é. L’urgenza di politiche scolastiche del tutto nuove in un Mezzogiorno sull’orlo di una pericolosa desertificazione culturale. L’importanza di sviluppare un sistema intelligente di apprendimento lungo tutto il corso della vita in un paese che ha bisogno di superare finalmente il retaggio di antiche e sempre replicate ignoranze di massa. La centralità, per una scuola e ancor più per un paese che dovrebbe essere inclusivo, di un’educazione scolastica capace di far crescere le potenzialità degli studenti stranieri di seconda generazione. E così via. Perché l’educazione è decisiva non solo per accorciare diseguaglianze sociali e culturali sempre più acute e devastanti, ma anche per lo sviluppo delle tante innovazioni e modernizzazioni di cui manchiamo. Un testo utilissimo, dunque, in quello che dice e anche in quello che non dice, non solo per gli esperti di cose scolastiche.

Walter Tocci, La scuola, le api e le formiche. Come salvare l’educazione dalle ossessioni normative, Donzelli 2015

Per vedere la scheda del libro sul sito dell’editore cliccare QUI

Scuola democratica
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