Riconoscimento, validazione e certificazione delle competenze per l’apprendimento permanente. Con quali competenze?
di Emanuela Proietti (Dottoranda in Teoria e Ricerca Educativa presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma Tre; Segreteria della Ruiap – Rete Universitaria Italiana per l’Apprendimento Permanente)
L’Europa sta attraversando un periodo di incertezze per le prospettive politiche e sociali, che vede l’Italia pienamente coinvolta. In questo scenario non si può non mettere in evidenza che proprio sul terreno dell’istruzione e della formazione la distanza dal quadro internazionale ed europeo nel nostro Paese appare in tutta la sua portata.
Se si considerano i dati emersi dalla recente indagine PIAAC/OCSE, sulle competenze cognitive degli adulti, ci rinviano un quadro dolente per i livelli di competenze possedute dai cittadini italiani. Ancora più dolente però è la lentezza con cui il nostro sistema istituzionale dell’istruzione e della formazione risponde a quella che oggi appare ormai come un’emergenza sociale: progettare e attuare politiche di sviluppo dell’apprendimento permanente.
Il Convegno, svoltosi a Padova il 6 giugno, promosso dalla Ruiap – Rete Universitaria Italiana per l’Apprendimento Permanente e dall’Università degli Studi di Padova, ha rappresentato un importante momento di dibattito e confronto su questi temi, approfonditi non solo a un livello teorico, ma soprattutto sul piano della loro traduzione in iniziative concrete, da attuare subito.
Si è delineato, da un lato, il quadro dello stato dei lavori a livello nazionale nella collaborazione tra Stato e Conferenza delle Regioni; dall’altro, si è presentato lo stato dell’arte e delle esperienze realizzate in diversi contesti, in particolar modo in quello universitario, per il riconoscimento e l’accreditamento delle competenze per l’apprendimento permanente.
In Italia si svolge da molti anni un ricco e articolato dibattito e vi è un sostanziale accordo tra tutte le istituzioni e gli attori sociali sull’importanza di poter validare apprendimenti acquisiti in contesti non formali e informali. Le rilevanti novità legislative introdotte a partire dal 2012 hanno contribuito a dare una svolta al dibattito e permesso di avviare l’attuazione di un Sistema pubblico nazionale di certificazione delle competenze.
Il quadro di riferimento istituzionale in ambito nazionale sul tema dell’apprendimento permanente è incardinato sull’articolo 4 (Ulteriori disposizioni in materia di mercato del lavoro) della Legge n. 92/2012, che prevede disposizioni per la definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l’individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali, con riferimento al sistema nazionale di certificazione delle competenze.
L’Intesa del 20/12/12, relativa alle politiche per l’apprendimento permanente, prefigura le politiche e le linee di azione necessarie per la promozione e lo sviluppo del sistema nazionale di apprendimento permanente. In particolare, istituisce il Tavolo interistituzionale sull’apprendimento permanente, con funzione di raccordo e monitoraggio degli interventi previsti.
Il Tavolo, in questi mesi, sta lavorando a un documento di indirizzo per la costruzione del Sistema Territoriale Integrato. Il documento dovrà individuare un percorso per la realizzazione delle reti; gli ambiti, gli obiettivi e le priorità strategiche per l’implementazione del sistema dell’apprendimento permanente; dovrà altresì evidenziare le leve strategiche per la costruzione del sistema integrato, tra le quali vengono indicate le stesse Università.
Il D.Lgs n. 13/2013, definisce gli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze in termini di processo, di attestazione e di sistema (Artt. 4, 5, 6, 7); istituisce il Repertorio Nazionale dei Titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali (Art. 8); istituisce il Comitato Tecnico Nazionale che provvede alla verifica del rispetto dei LEP/standard minimi di servizio da parte degli enti titolari attraverso l’adozione di specifiche Linee Guida (Art. 3, comma 5).
Sebbene il Comitato rappresenti il luogo istituzionale di riferimento previsto dal Decreto, è stato costituito uno specifico Gruppo tecnico di Regioni e P.A. che, in collaborazione con il MLPS, e con l’assistenza di Isfol e Tecnostruttura, ha dato avvio ai lavori di attuazione sullo stesso, sulla base di uno specifico piano di lavoro approvato in IX Commissione a luglio 2013. Il piano prevede tre linee di intervento: la prima, relativa all’implementazione del Repertorio nazionale dei titoli e delle qualificazioni professionali regionali (Art. 8); la seconda, relativa alla definizione degli standard di certificazione (Art. 3); la terza, relativa alla Operazione maternage/traghettamento, per velocizzare il processo di dotazione di un proprio repertorio per le Regioni che attualmente non ne dispongono.
Le Regioni e le P.A. stanno lavorando a una proposta, da portare all’approvazione del Comitato Tecnico Nazionale, per la implementazione del Repertorio nazionale con le qualificazioni professionali regionali. In particolare, è stato definito un Protocollo metodologico per la costruzione dello standard nazionale ai fini della correlabilità e la progressiva standardizzazione delle qualificazioni contenute nei repertori di Regioni e P.A., a garanzia della loro spendibilità nazionale. Regione e P.A. avvieranno nel 2014 anche il lavoro di approfondimento per la messa a punto di una proposta di standard minimi di certificazione.
Tali attività sono attualmente in corso e richiamano aspetti che richiedono un costante aggiornamento.
Il Decreto del 2013 stabilisce altresì che l’ente pubblico titolare assicuri standard minimi, in particolare, per il “rispetto, per il personale addetto all’erogazione dei servizi, di requisiti professionali idonei al presidio degli aspetti di contenuto curriculare, professionale e di metodologia valutativa” (Art.7, comma 1).
In tale quadro, diventa pertanto rilevante la preparazione di figure professionali formate in modo da garantire il completamento del processo di individuazione, validazione e certificazione delle competenze comunque acquisite dai cittadini.
In questo senso, durante il Convegno è stata approfondita in particolar modo la figura professionale del consulente e accompagnatore per il riconoscimento, validazione e certificazione degli apprendimenti in contesti non formali e informali ed è stata presentata una proposta interuniversitaria per la sua formazione, in linea con le pratiche dei Paesi Europei.
La Ruiap ha rilevato la necessità di strutturare un Master in “Esperto nell’accompagnamento al riconoscimento delle competenze e alla validazione degli apprendimenti pregressi” da attivare dalle singole Università aderenti o loro raggruppamenti su base regionale o sub-regionale, con l’obiettivo di formare una figura professionale in grado di supportare le persone nella ricostruzione dei loro saperi esperienziali e di gestire le pratiche di riconoscimento e di validazione degli apprendimenti acquisiti in contesti non formali e informali.
In attesa di avviare le prime edizioni del Master, in collaborazione con gli Atenei associati e previste per l’a.a. 2015/2016, è partito un innovativo progetto di formazione: un MOOC sul tema del Riconoscimento delle Competenze e Validazione degli Apprendimenti Pregressi, disponibile già a partire dal prossimo ottobre 2014. Il corso online sarà gratuito e potrà dare adito al riconoscimento di 20 CFU, che saranno riconosciuti dagli Atenei a coloro che intenderanno frequentare il Master.
Sul sito della Ruiap saranno disponibili tutte le informazioni relative al progetto e per l’iscrizione al corso online.
V. anche http://www.learning4.it/2014/05/26/in-agenda-convegno-nazionale-riconoscimento-validazione-e-certificazione-delle-competenze-per-lapprendimento-permanente/